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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arto TVrza — Italia Centrale
   Il più antico consiste, dentro e presso Roma, di un tufo rosso vulcanico formato da un'agglomerazione di ceneri e di frammenti di pietra pomice, detto Tufo litoide, che fu ed è sempre largamente adoperato nel costruire. Forma la parte più bassa della più parte dei sette colli sulla sponda sinistra del Tevere, costituendo la Rupe Tarpea, sotto il Campidoglio, e la porzione inferiore dei colli Palatino, Quirinale, Esquilino ed Aventino. l'osa spesso sopra marne contenenti molluschi d'acqua dolce, per esempio Helix, Planorbis e Limnea. Si estrae in grande quantità alle falde di monte Verde, fuori porta Portese, sulla sponda destra del Tevere e presso la, cappella di Sant'Agnese sulla via Noinentana, ov'è coperto da un deposito quaternario 111 cui sono innestati residui numerosi di elefanti. Non si può ora scoprir traccia dei crateri clic produssero codesto tufo più antico.
   Un certo intervallo occorse fra il deposito di questo tufo e quello delle più moderne roccie vulcaniche della Campagna, durante il quale sembra che il suolo siasi coperto di laghi o stagni d'acqua dolce. A codesto periodo appartengono gli strati di cenere, scorie, ecc., che formano la superficie più immediata e che sono spesso irregolarmente stratificati, contenenti impressioni di foglie di piante terrestri e qua e là letti di ghiaia calcarea e di marne, con conchiglie terrestri e di acqua dolce e d'ossa fossili alle volte, come 'Veggi a li io a monte Verde.
   Del primo deposito, 1 letti che formano il mons Sacer ai due lati di via Noinentana sopra l'Amene, si possono citare quale esempio; del secondo, che puossi riferire ai depositi diluviali o quaternarii, le marne con lininee sotto la statua di Marco Aurelio lieti'intermontium del Campidoglio e i letti tufacei su cui sorgono le mura della città sopra Porta S. Spirito in Trastevere.
   Noi scopriamo per tal modo la data estremamente recente di un evento geologico precedente la fondazione di Roma. La maggior parte di queste recenti roccie vulcaniche fu depositata sul terreno asciutto; i letti sono generalmente orizzontali, i depositi ili pozzolana, o ceneri vulcaniche, così largamente adoperata colle calci per la composizione delle masse, appartengono a codesto periodo di vulcani subaerei, in un con il tufo granulare in cui sono scavate le catacombe e probabilmente la varietà più compatta di tufo detta peperino che si escava in Albano e a Marino e quella che circonda il lago di Castiglione, l'antico lacus Gahinus.
   5 Crateri. — Il cratere più notabile dei vulcani laziali è monte Cavo (949 in.) che forma il punto culminante dei colli Albani ; l'apertura centrale in vetta forma ora il così detto Campo d'Annibale.
   Alla sua base son parecchi crateri più piccoli, dei quali ì laghi di Albano e di Nemi e la valle Arida, nel lato occidentale, sono ì più cospicui.
   Correnti estese di lava scendono dai declivi! dei colli Albani ; la più lunga è quella che può seguirsi dalle vicinanze di Marino al sepolcro di Cecilia Metella sulla via Appi a. la quale manda un ramo che scorre dalle vicinanze delle Frattocchie, in fondo alla salita ad Albano ; in prossimità del Tevere havvi pure la lava aWAcquacetosa e a Valterano, oltre la basilica di San Paolo.
   Htftìtra corrente sta sotto il colle di Tuscuhtm (Frascati); una terza forma quello su cui sorge Colonna, ed un'ampia distesa della regione circostante ; una quarta» il colle di Civita Lavinia (l'antico Lanuvinm); una quinta sporge sotto l'eminenza su cui sta Velletri ; mentre parecchie mono estese sono intersecate dalla linea della ferrata ad Albano e a Frascati.
   Nella parte settentrionale della Campagna abbiamo le grandi depressioni crateri-formi ora colmate dei laghi di Bracdano e di Martignauo, la valle ili Baccano e l'elevato pittoresco cratere di Vico appoggiato al declivio meridionale dei monti Chinili.
   Al mineralogista le roccie vulcaniche in vicinanza di Roma somministrano parecchie specie interessanti di minerali. Nella lava, sì estesamente estratta per lastricati nelle