Il Lazio
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une di Cupo di Bore, a poca disianza dal sepolcro di Cecilia Mei,ella, sulla sìa Appio, si troverà pseutloncfelitia, i/tmumiflih', hreisltichìtc, ecc.; e, nelle masse «Ielle nucir preesistenti innestale nel peperino, <> luto di Marino e di Albano, molli di qiie' medesimi minerali elio riiivengousi nello deiezioni del l'osso (Umilile sul declivio di 1 Vesuvio, coinè bei cristalli di leucite, resti inatta, pleonaste, tingile, mieti, ecc., e frammenti niiilie-risw di calcare compatii) o dulouiilizzato.
(i. Esalazioni gassose, sorgenti minerali, ecc. — lìiforiscoiisi ai periodi qnater uaiiì od abbondano nelle vicinanze di lìonia Le più notabili, dette solfatare o solforate, einanann gas acido carbonico e idrogeno solforalo, i quali, a contatto con le sorgenti, i hi uno origine ad acque acidulate e, depositi ili solfo.
Codeste acque non contengono che una piccola quantità di sostanze minerali, laddove piti vicino ai letti calcari deirApennino hanno prodotto quei depositi di travertino cosi abbondante in molte parti della Campagna.
Le più notevoli di queste sorgenti calcari foro sono il lago di Tartan e la Solfatara presso Tivoli (Agita e Albulue) ili cui tratteremo più avanti.
Le sorgenti minerali acidule dell'aicquacetosu presso ponte Molle, molto frequentate dagli odierni Romani, e dell'/lc^i Santo, a li chilometri circa ila Roma, son le più note 111 vicinanza ili essa.
7 Depositi quaternarn. — Nella classificazione ilei sedimenti ternani intorno a l'orna non è facile determinerò dove finiscono quelli appartenenti al periodo pliocenico e dove incominciano quelli del periodo post-pliocenico o diluviale.
La porzione superiore del primo, consistente in letti di arena e ghiaia calcare, ò caratterizzata dalla presenza di sparsi avanzi di animali fossili,
I depositi qiiaternarii occupano specialmente la valle del Tevere e dell'Amene ed anch'essi racchiudono una proporzione maggiore di frantumi di roccie vulcaniche, alternando i tetti di ciottoli con depositi lacustri contenenti conchiglie di acqua dolce.
I luoghi migliori per esaminarli son nelle ghiaie nel lato nord di ponte Molle contenenti silice e fórinanti le elevazioni che stendonsi dall'antica via Flaminia, sulla sponda destra del Tevere, alla base ili monte Mario; e, in direzione opposta, a quella del monte Sacro.
In questo deposito diluviale, composto di arena e ghiaia, trovansi ossa di elefante (Elephas ineridionalis) e del maniniiith (E. primigeniits) nel limite più meridionale in Europa in cui sieno stati rinvenuti gli avanzi di quest'immane quadrupede; dell' ippopotamo ; di ima o due specie estinte di bove, bufalo, maiale e cervo miste alle ossa (li una specie di felis affine strettamente alla lince.
Nel borro dell'Iti violata, sull'antica strada al Celio, furori trovate ossa di quadrupedi estinti con punte silicee di freccia in deposito ili tufo vulcanico quaternario. Le cave di S. Agnese in questo deposito meritano di esser visitate : i letti di tufo vulcanico su cui giace quello di sabbia quaternaria offrono segni evidenti delle onde delle acque in cui furono depositati.
Un deposito post-pliocenico di un'altra specie, composto di una sciolta e porosa roccia calcarea clic forma il piano parallelo alla costa in pressoché tutta la distesa da Palìdoro, sulla strada da Roma a Civitavecchia, a Livorno, contiene conchiglie marine recenti, e si compone di un travertino sciolto e di rena agglomerata con vasti letti di sabbia regolarmente stratificati; si scava per pietra da costruzione fra Polidoro e Palo e oltre quest'ultimo forma la bassura alla base dei colli di Cervctri e La Tolfa, com'anco nei dintorni di Civitavecchia ; è simile a quello estratto in tanta copia dietro Livorno, sotto il nome di Panchina, pei lavori idraulici del porto.
II Meli, in una lettera alla R. Accademia dei Lincei, del febbraio ISSO, dinumera 133 specie di conchiglie fossili rinvenute da lui nell'autunno precedente, nei depositi post-pliocenici in vicinanza di Civitavecchia, delle quali conchiglie, eccettuato soltanto