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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arto TVrza — Italia Centrale
   il Cerithinm trovato presso Cornetti» i rappresentanti viventi aiutano sempre il Mediterraneo. Al medesimo periodo si possono riferire le roccie adoperate sì largamente nelle opere idrauliche di Brindisi nell'Adriatico.
   8 Mammiferi fossili. — L'esistenza di tre specie di elefanti in varie epoche geologiche nei dintorni di Roma merita notizia particolare : una rinviensi nelle marne del pliocene inferiore e le altre nei depositi quaternari} diluviali e vulcanici contemporanei.
   L'esistenza dell'elefante negli strati pliocenici è una recente scoperta paleontologica, essendo stato rinvenuto nei letti marini terziari) presso Hignam ove fu scavato, nel 1858, uno scheletro intatto. La specie par sia YElephas autiquus del Falconer.
   La seconda specie, o YElephas meridionedis, è notabile per la sua statura colossale e le grandi dimensioni delle zanne o (lenti; alcune delle ossa più grosse furono scoperte nel declivio di monte Verde, fuori porta l'ortese, e nel monte delle Piche presso la Magliam. Furonvi anche scoperte poche ossa de\V Elephaspriscus. L'Elephasprimi-genius, rinvenuto in sì gran copia nel settentrione dell'Europa, non fu incontrato che raramente nell'Italia centrale. Avanzi di un mastodonte (M. arvernensis) furono ìinverniti in un deposito locale d'acqua dolce a Montoro nella valle della Nera, 6 chilometri circa a sud-ovest da Narni.
   Fra le recenti scoperte geologiche nei dintorni di Roma è da ricordar quella di una Caverna ossifera contenente ossa di animali estinti e recenti, scoperta dovuto al reverendo F. Indes delle scuole dei Erères des Écoles Chrétiennes, in via S. Sebastiano, ove si può vedere la collezione. La caverna situata sul monte delle Gioie, a breve distanza a destra, dopo varcato ponte Salaro, è scavata nel tufo vulcanico che posa su depositi ghiaiosi identici probabilmente a quelli di via Nomentana e monte Sacro. Il numero delle specie scoperte sinora è di circa 30, delle quali, fra le specie estinte, è una collezione copiosissima di felini (Felis Verneuilli) grossi come il tigre, dell' Ursus fossilis, elefante, rinoceronte, ippopotamo, Equus fossilis, Bosprimigenius, ecc., mentre nella porzione superiore e più moderna giacciono lo ossa di (piasi tutti gli animali viventi del paese. Quella caverna è anche ora il ritrovo delle volpi, dei rettili, degli uccelli, ecc.
   9. Depositi recenti, formazioni alluviali. — I depositi più notabili di queste specie son quelli alla foce del Tevere di cui toccheremo due parole sotto Ostia, l'orto, ecc. lì isola Sacra, che occupa un'area di parecchi chilometri quadrati, fu intieramente formata nel periodo storico dall'alluvione del Tevere che usurpa sempre sul mare in ragione di tre metri e mezzo all'anno.
   Il distretto delle paludi Pontine, è un deposito similare che stendesi dalla base delle montagne Volscic a est e dalla regione vulcanica del Lazio a nord alla spiaggia del Mediterraneo e che vassi anch'esso ampliando per cause consimili e pei banchi d'arena accumulati dal mare sulla spiaggia.
   Connessa alla data recente di alcune delle eruzioni vulcaniche dei dintorni di Roma è la scoperta di vasi e di avanzi umani sotto o nei depositi ignei. Codesto fatto ha dato luogo, non ha molto, a vivi dibattimenti. Vasi di creta di stile primitivo e specialissimo furono trovati nelle ceneri vulcaniche sotto le masse di peperino di Albano e particolarmente presso Marino, il l'arco di Colonna e presso monte Clicco soprastante al lago di Albano. Codesta scoperta indurrebbe a conchiudere che le ultime eruzioni dei colli Albani furono posteriori al principio dei periodi storici ed all'esistenza dell'uomo in codesta parte d'Italia (1).
   (1) Ben poco però di preciso può dirsi inforno a questa arcaica necropoli laziale, sino a che nuovi scavi, eseguili con ogni rigore e secondo i melodi riclwsti oggi dalla s-cienza, non sieno intrapresi. I fittoli sinora raccolti consìstono in vasi locali di grezzo e grossolano imeasto, ed in bucchero italico primitivo, di color nerastro.