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10. Travertino (Lapis Tiburtinu.i).— l'iiossi considerarli quale uu deposito relativamente moderno; in questa parto d'Italia esso 6 limitato alle valli del Tevere e dell \nieiie. Le masse più estese ili travertino trovansi presso la base deH'Apeniniio calcareo e specialmente nella pianura sotto Tivoli ed limino somministrato la pietra ila taglio adoperata si largamente negli antichi e nei moderni monumenti di Roma.
Nei tempi primitivi l'azione clic produsse il travertino era assai più forte ed attiva che non è ora e [mossi considerare quale ultimo sforzo del vulcanismo ili questa parte d'Italia. Contiene raramente traccio d'altri corpi organici, fuori dei vegetali, ina ossa e denti di molte specie ili animali. L'ippopotamo fu rinvenuto di recente nel travertino dia Caca delle Caprine presso monto Celio. La scarsità dei residui animali si può attribuire alle acque che lo depositarono, contenenti in soluzione acido carbonico e gas idrogeno solforato che lo resero disadatto alla vita animale.
Trovasi il travertino, entro lìonia, sul declivio dell'Aventino e forma, fuori porta Flaminia, una gran parte dei bassi monti Paridi che steudonsi da porta del Popolo a ponte Molle (1).
VI. Il Tevere e i suoi tributarli
1, Il Tevere. — Il tìumc Tevere, Dea gratissimus amms, quantunque molto più piccolo al paragone, è assai più rinomato nell'istoria del mondo del Nilo o del Tamigi, del Beno o del Danubio; ragion vuole perciò che qui se ne tratti un po'per disteso.
Correva fra gli antichi Romani una tradizione, generalmente ammessa, che il Tevere iveva in origine il nome d'Àlbulo, dal colore bianchiccio delle sue acque, e che lo cambiò dopo elio vi annegò Tìttmhw, uno dei re favolosi d'Alba (9). Virgilio però chiama quel re Thybris (Tebroì, e gli assegna un periodo anteriore allo sbarco d'Enea in que' versi ilell'80 canto dell'Emide:
Tum reges, asperque immani corpore Thybi'lS, A quo post Itali flmium co
.........E quinci è che ila Tebro,
Glie ne fn re terribile ed immane, Tebro fu detto questo fiume ancora, Ch'Albula si dicea ne'tempi antichi.
Aveva naturalmente la sua Deità tutelare, o Dio Fluviale, ilquale. come nrmrfwlinnio da Cicerone, (3), era regolarmente invocato, nelle loro preghiere, dagli \ liguri sotto il nome di Tiberino, e Pater Tiberinus lo chiamano spesso i poeti latini.
Gli antichi scultori romani lo rappresentavano quale un vecchio, con lunga barba maestosa, inghirlandato di alloro, con una cornucopia, chino e sorretto dalla lupa tradizionale coi gemelli.
(1) Il defunto prof. Ponzi pubblicò due mappe geologiche di questo distretto, una comprendente la capitale e la regione vulcanica del Lazio, l'altra i dintorni di Civitavecchia e del distretto metallifero della Tolfa e della regione che stendesi dal lago di Bracciano al mare. Più recenti son quelle del K. Ufficio Geologico, intitolate: Campagna Iìomana (1888) e Italia (1889).
11 geologo troverà nel Museo mineralogico dell'Università in Roma una collezione ricchissima delle roccie e dei fossili dei colli entro le mura di Roma formata dal celebre geologo Brocchi ad illustrazione della sua opera: Descrizione del suolo di Roma (voi. 1); la serie composta dal prefato Ponzi, il più valente dei vecchi geologi romani ; ed una bella raccolta di minerali dalla corrente di lava a capo di Bove e nel peperino d'Albano, formante parte della collezione venduta dal fu conte Medici Spada al Governo romano. — È da vedere anche: Ha^tovaui, Descrizione geologica della Campagna Romana (1875).
(2) Liv., i, 3; Dio.nis., i, 71.
(3) De Nat. Deor., in, 20.