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Parte Terza — Italia Centrate
Nasce il Tevere dalla parte opposta della catena Apenninica laterale che dà origine all'Arno, sui monti Coronaro e Fumaiolo all'altezza di metri 1107 sul livello del mare, ha una lunghezza totale di 373 chilometri in un bacino di 16,721 chilometri quadrati, e bagna le Provincie di Firenze, Arezzo, Perugia e Poma.
Scende per borri selvatici nella bella pianura a monte d'Oglio, si ristringe sotto ( 'ittà di Castello, scorre poi non lungi da Perugia e fra le alture di Todi, fra le falde del classico Soratte (che separa dalle altre montagne) e dei monti della Sabina peluria poco fonda ma spesso ampia valle, incassata intiera niente nel terreno pliocenico o nel tufo dei vulcani Sabatini ; lascia quivi poderosi banchi orizzontali di travertino, e giunge poi, dopo un corso di 330 chilometri, a Roma: a 163 chilometri prima di Roma riceve il Paglia, a 117 la Nera e a 7 '/a VA uh o Ani e tu' o Teverone.
In Roma stessa interseca con torbida onda le colline del nord-est con tre curve notabili lunghe 4450 metri, separando il grosso della città dalla regione del Vaticano e di Trastevere ed abbandona nel sud-ovest la città dopo trascorsi nove ponti e due porti.
Al porto di Pipetta, prima dei lavori -di allargamento, aveva una larghezza di 75 metri e 52 soltanto alla Farnesina, ove si sta perciò correggendone il corso, tagliando d'ambe le parti un buon pezzo di terreno per lasciare uno spazio più ampio alle acque. Questi lavori dettero luogo a varie e ragguardevoli scoperte archeologiche, tra le quali voglionsi specialmente notare quella del sepolcro di Sulpicio PI a tori no, e l'altra di una nobile casa romana, edificata nei primi anni dell'impero, le cui pitture ornamentali e gli stucchi formano oggi 1' ammirazione di chi visita il nuovo museo alle Terme Diocleziano.
Presso la Cloaca Massima il Tevere è largo 103 metri, a Pipetta è profondo 13 metri e 5 a ponte Sisto. In Roma il Tevere non mena che rena fine e quarzosa, come quello che lascia i nottoloni a SO chilometri più ili alto, a Orte, e i piccoli ciottoli a monte Rotondo (20 chilometri). All'ingresso nella città la sua rapidità media è di circa 1 metro.
Il Tevere si avvia poi con debol caduta o pendenza (di soli 6 l/,, su 28 chilometri circa) al mare dov'esso, dopo un corso dì 7 ore da Roma si scarica con 2 bracci, a Ostia e a Fiumicino. Ad Ostia non è più navigabile; il canale di Fiumicino misura 4500 metri ed è largo 25-40 metri.
Fu calcolato che Roma fu devastata circa 40 volte dagli straripamenti del Tevere dal tempo di Romolo al presente nonostante tutti gli sforzi negli antichi e moderni tempi per contenerlo. Diamone in breve un sunto.
La prima inondazione di cui si ha memoria avvenne nel 241 av. C. immediatamente dopo la fine della prima guerra Punica (1), inondazione che dicesi distruggesse tutte le case e gli editizi nella parte bassa della città.
Inondazioni consimili, che recarono più o meno danno alla città, son ricordate da Livio nel 215, 202, 193, 192 e 189 av. C. e non v'ha dubbio che altre ne avvennero di cui non abbiamo contezza per la perdita degli annali particolari. Per tal modo, ad ima grande inondazione del Tevere nel 54 av. C. allude Cicerone (2) e parecchie consimili avvennero sotto \ugusto nel 27, 23 e 22 av. C., delle quali la prima ò probabilmente quella cui allude Orazio nella ben nota Ode 2a del libro I dei Carmina:
Yidìmus flarum Tiberini retortis Litore Etrusco violenter uticlis, Ire deiectum monumenta Regis Tenijilaque Vestite.
Il biondo Tebro da l'Etnisca sponda I! la mole regal, di Vesta al tempio Torcer vedemmo violento l'onda E farne scempio. ------Trad. Garcali.u.
(1) Oros IV, 11.
(2) Ad Qumt, Fr., in, 7,