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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   11 Lazio
   25
   A ciò pose mento I'imperatoro Tiberio il (pialo Fu il primo che noli'a. 15 dell'e. v. istituì magistrati col titolo di Curatore Tiberis il cui dovere speciale era quello di dar opera a contenere il limile entro i suoi limiti, a preservarne l'incanalamento, ecc. Noi troviamo di frequento nelle iscrizioni menzione dei Ciiralores aieri Tiberis et riparimi e la carica pai fosse una delle più onorifiche nello Stato (1). Ma ò evidente ohe tutti i loro sforzi furono inefficaci.
   Nel regno di Tiberio sì grave fu il danno cagionato da un'inondazione nel 15 dell'ara cristiana, che fu fatta la proposta in Senato di diminuire il volume dello acque, divertendo alenili dei tributarli principali del fiume, come il Nar (la Nera), il Vclinus (Velino) ed il Clanis (la Chiana) (2). Codesto disegno fu però abbandonato come impraticabile; e noi G'J di C. avvenne un'altra inondazione, la (piale pare cagionasse danni maggiori di tutti ì precedenti (3).
   È il vero che, durante gli ultimi tempi dell'impero, poco si legge di siffatti straripamenti del Tevere, ma ciò è probabilissimamente dovuto alla scarsezza soltanto delle memorie. Una granile inondazione è però ricordata con gravi devastazioni nel regno di Traiano, una seconda, in quello di Macrino ed una terza sotto Valeriauo. Ma piu devastatrice di tutte dicesi sia stata quella del 590 clic sommerse (piasi la città intiera (4).
   L'imperatore Aureliano, in uua lettera ad Arabi a no enumera i lavori da lui eseguiti per agevolare la navigazione del Tevere o cita fra le altre cose le nuove banchine (Tiberis ripas extruxt) di cui veggonsi tuttora gli avanzi. Anche i papi non riuscirono ad infrenare il Tevere ina è da sperare che verrà fatto al Governo italiano il quale ha dato mano a grandi lavori per la sistemazione del fiume che Garibaldi voleva deviare in parte (5).
   Il Tevere ingrossa per solito una volta all'anno da 6-8-12 o 13 metri ed allora trabocca. Una volta sola, durante gli ultimi 60 anni, toccò l'altezza di 17.22 metri e ciò avvenne durante l'inondazione disastrosa del dicembre 1870. La maggiore crescenza di cui si abbia memoria seguì nel 1598 quando l'acqua si alzò sino a 19.50 metri. Nell'idrometro di Ripeto sta segnato: 1805: 16.42; 1846: 16.25; 1870: 17.22; 1878: 15.50.
   11 Ghetto e la via dell'Orso sono inondate quando l'idrometro di Ripetta segna 12 metri; la scalinata del Panteon a 13; piazza Navona a 14; la parte centrale del Corso a 15; e porta del Popolo a 17 metri.
   Le opinioni si differenziano intorno alla quistione se il fondo del Tevere siasi alzato sensibilmente dopo la fondazione di Roma; ma ad ogni modo la differenza non può esser grande in quanto che la rapidità delle acque impedisce l'accumularsi del detrito (6).
   Il Tevere è assai ricco di pesci, alcuni dei quali, come il barbio e Vanguilla, sono suoi proprii; altri, come il cefalo, la spigola, lo storione, vi salgono dal mare.
   La navigazione all'insù del Tevere da Ripetta va spesso, per mezzo di piccole barche, sino ad Orte, ma regolarmente sol fino allo sbocco della Nera (80 chilometri) ;
   (1) Qio.w Cass., lvii, lì; Corpus Inscript. Latin., vi, 1, p. 206.
   (2) Tac., Ann., i, 76.
   (3) Id„ Hist., i, 86.
   (i) Hist. Misceli, xviii, p. 583.
   (5) Intorno alla arginatura delle ripe del Tevere sotto i Romani, veggasi il Borsari nel Bnllettino iIella Commissione Archeologica Comunale di Roma, 1889, p. 105 seg.
   (6) L'intiera materia delle inondazioni, della navigazione del Tevere e dei provvedimenti presi nei tempi antichi rispetto ad esse è trattata largamente dal Preller in un articolo intitolato: Rem und der Tiber, nelle Berichte der SSehMschen Geselkchaft, 181-8-49. Giù ami conoscere maggiori notizia intorno al Tevere, vegga il Nardccci, Bibliografia del Tevere.
   i — La l'airi», voi. III.