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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arto TVrza — Italia Centrale
   serve quivi al trasporto del legname, carbone, materiale da costruzione, fieno, grano, vino, ecc., ina la ferrata le fa ora una viva concorrenza.
   La navigazione all'ingiù o al mare, da Ripa Grande si fa per mezzo di vaporini e velieri persili di 180 tonnellate. La profondità del fiume varia qui da 2.20 sino a fi metri; ad acque basse vi son molti luoghi fondi 1.20 metri soltanto ed allora occorrono barche a fondo piatto.
   Da Roma a Fiumicino si va con barche ordinarie in 5 ore, mentre in addietro occorrevano 2 giorni coi bufali.
   Quanto al prolungarsi del delta del Tevere, il precitato Ponzi calcola che dalla fondazione d'Ostia per opera di Anco Marzio, alla costruzione del porto di Trajano (713 anni) la linea costiera alla foce del Tevere siasi avanzata 950 metri.
   Da Trajano a rio V, che eresse la sua torre nel 15(39, il prolungamento, in 1439 anni, fu di 1750 metri. All'erezione della torre ili Alessandro VII (93 anni) di 550 metri; all'erezione della torre Clementina nel 1773 (111 anni) di 450 metri, e nel 1871 (101 anni) di 400 metri. L'avanzarsi della linea costiera essendo stata per tal modo di 4100 metri (2507 anni) la media annuale è di l.C>3 metri, rappresentante un trasporto fluviale di 150,000,000 di piedi cubici di materia solida all'anno.
   Paragonando il presente coll'antico aspetto del Tevere in Roma, e fra essa e il mare, la solitudine e la desolazione delle sue sponde contrastano vivamente coll'attività, il movimento e la floridezza clic vi dovevano regnare, quando il commercio del mondo ne copriva con le navi la superficie e gli imperatori l'ornavano con fastosi spettacoli galleggianti.
   Anche, durante i mezzi tempi e i regni di molti papi il Tevere continuò ad essere per i sovrani una sicura e comoda via per arrivare o partire dalla Città Eterna. Tale fu il caso con Pietro II d'Aragona nel 1204; con Gregorio XI, proveniente, nel 1377 da Avignone; coll'imperatore Federico III nel 1452; con Sisto IV nel 1483; con Pio li, che navigò nel 1464 il braccio superiore del fiume, avviato ad Ancona per prendere il comando della sua squadra nella crociata contro i Turchi; con Alessandro VI Borgia quando venne, nel 1492, dalla Spagna a porsi in capo la tiara; Giulio II, tornando nel 1507 da P>ologna, scese il Tevere dai pressi di Civita Castellana a Roma, e Leone. X e Giulio III solcavano spesso le, sue bionde acque.
   Per molti anni fu usanza dei pontefici recarsi pel fiume in splendide galee alla basilica di San Vna\o extra muros; e il Tevere agevolò anche alle volte la loro fuga dagli insorti Romani, in tempi più torbidi assai dei presenti.
   Anche a'ili nostri il porto di Ripeto, fu testimone, nel 1848, dell'imbarco dei granatieri papali sui vapori fluviali per ire a combattere contro gli Austriaci, e dieci anni dopo, dell'arrivo sui medesimi vapori della brigata irlandese per proteggere la S. Sede. Simili scene non si «innoveranno più per la ragione che le ferrovie hanno, come dicemmo, surrogato i trasporti per acqua ed anche il picciol traffico fluviale tra Fiumicino e Roma va passando rapidamente alla ferrata che rannoda codesto porto alla capitale.
   Le sponde e i    Pei primi 400 anni dopo la fondazione di Roma, i suoi abitanti 11011 bevvero altra acqua che quella del Tevere, che, il professor Chimenti ha dimostrato esser migliore di quelle del Tamigi e della Senna. Ili seguito molti acquedotti, ora in rovine, portarono acque più pure alla capitale raffinata del mondo romano; ina quando codeste condotte furori distrutte dalle nvasioni barbariche e dalle guerre intestine, i Romani tornarono all'usanza dei loro antenati e beverono per molti anni l'acqua del Tevere tanto apprezzata che, (piando papa Clemente VII andò, nel 1553, a Marsiglia a disposar