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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Il f.nzio
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l.i nipote Caterina He' Mediti ni duca d'Orleans, elio in poi I urico II, tolse con sé, pel consiglio del suo inedie© ('orli, ima Intona provvista, d'acqua del Tevere eli» gli bastasse sino ni ritorno; e Gregorio XIIL che giunse ad 80 anni, non lievve inai altra acqua, preferendola ftlIVlnpia Vnyhtfi. L'Ariosto, india Solini 111. scrive a suo fratello in Roma pw la sua venuta :
f®. ch'io Irovi dell'acqua e non «li fonte, Di lì limo si elio H'ià ili veduto Non al>l)ia Sisto, lift alcun altro ponte.
l'are che anticamente il Tevere qualche volta gelasse, in parte almeno; circostanza a cui i poeti latini reiteratamente alludono. Ila noi non dobbiamo prendere alla lettera le loro espressioni retoriche; ed è chiaro, dai tannini onde Livio riferisce ti suo gelare nell'inverno rigidissimo del :5'JS av. 0.. che un fenomeno siffatto era rarissimo (1). Anche S. Agostino allude a codesto inverno (lo stesso apparentemente), là dove dice: Ut Tiberis quoque glorie dnraretnr (9), come cosa inaudita a' tempi suoi.
11 Tevere è indubbiamente, dal mero punto di vista geografico, il fiume più importante dell'Italia Centrale, l'unico fiume propriamente navigabile, anzi di tutta l'Italia peninsulare. Vuoisi anzi che — come vedremo più innanzi Marna dal fiume (rumon) derivasse il nome (r»»i
l'osta sul Tevere, non troppo presso alle foci, ove le barche fluviali potessero essere esposte all'assalto di navi ostili e predatrici e non troppo lontano da rendere incomodo il risalire ai battelli marittimi fin presso alla confluenza dell'Aniene per cui scendevano le zattere dal sud-est, come pel tratto superiore del Tevere vi scendevano dal nord-ovest — Roma era naturalmente il centro commerciale di tutta l'Italia media, vale a dire, ili tutta la parto più piana (Ktruria meridionale, Lazio e Campania), fertile e popolata della penisola.
2 Amene. — Uno dei più ragguardevoli dei tributari od affluenti del Tevere è l'yl/ftfl o Anime, ora Tcverone, il (piale scaturisce nei monti Sinibruini (monti Furino e Yiperella) sotto il villaggio di Filettino, scende rapidamente per anguste ed alpestri valli, a Snbiaco {SMaqneim\ immediatamente sopra del quale formava, ai tempi antichi, un laghetto o piuttosto una serie di laghetti di costruzione artificiale, ma ora è scomparsa ogni traccia di essi.
Scorre quindi per 1G chilometri in direzione nord-ovest, a traverso una stretta e profonda valle fra alte montagne fin sotto il villaggio di Foviano, ove torce subitamente a sud-ovest e prosegue il suo corso in quella direzione finche sbocca dalle montagne a Tivoli, ove forma la celebre cascata che troveremo trattando di questa città.
L'odierna cascata è artificiale; l'Aniene, che danneggiava Tivoli nelle piene, fu deviato in un emissario, o tunnel, scavato nel monte Cattilo da Clemente Folcili nel 1884, sotto Gregorio XVI ; e quello che vi esisteva previamente era anch'esso dovuto in parte a Sisto V; ma l'Aido formò sempre in codesto punto una notevole cascata naturale di cui parlano Melatamente gli antichi scrittori, fra cui Orazio, che nella 7a Ode del lib. I lo chiama Fraeceps Anio od Anio precipite.
Uscito fuori del vallone profondo sotto Tivoli, l'Aniene rimette molto della rapidità e violenza del suo corso superiore e serpeggia per la Campagna Romana, finché si
(1) Insigni* aimuS Meme yelida ac nìvosà fiat, adeo ut viac clausae, Tiberis i><--ACÌgabilis fucrit (Liv., v, 13).
(2) Agost., De Cii'it. Dei, ili, 17.
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