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l'arto TVrza — Italia Centrale
Questi i tributari del Tevere. Dei ponti che l'accavalciano toccheremo sotto Roma. Direni qui soltanto clie sul suo ramo inferiore presso Roma e a circa 1 chilometro e mezzo da Ripa Grande, fu costruito da tempo 1111 ponte in ferro a sistema americano per riunire l'antica stazione ferroviaria di Civitavecchia fuori porta Portese con la centrale nell'interno della città.
Questo ponte in ferro si compone di tre campate, due fisse ed una mobile, poggianti sopra 10 cilindri di ferro pieni di calcestruzzo. I cilindri sono disposti G per ciascuna Sponda e 4 nel mezzo per reggere la travata inedia che è pensile per dar passaggio ai bastimenti, specie ili andò il li 11 me è gonfio. La lunghezza totale del ponte è di metri 120.20 contati dalle linee tangenti ai cilindri estremi; la luce viva delle campate fisse è di metri 43 e di quella mobile metri 13.
Ciascuna delle due grandi travate fisse si compone di due travi di ferro disposte 111 senso longitudinale a croce di S. Andrea, alle quali coniiettesi l'impalcato anche esso in ferro; la travata centrale poi ha 4 travi di ferro disposti sempre longitudinalmente e collegati con alti e sbarre di ferro anch'esse a croce di S. Andrea. La fondazione delle 1G colonne 0 cilindri, clie sorreggono, come abbiali! detto, il ponte, fu eseguita col metodo dell'aria compressa.
Altri due ponti In ferro analoghi ai precedenti si stanno costruendo, l'uno a valle di Roma, presso la stazione della Magliana; l'altro a monte, presso Prima Torta.
Meritano poi speciale menzione i recentissimi ponti nell'interno della città, denominati Garibaldi, Margherita e ponte Emilio (1).
MI. Le paludi Pontine.
Pomptinae Palndes, così (lette da Pometiuni 0 Suessa Pometia, che par fosse situata sulle loro sponde, occupano 1111 vasto tratto di terreno paludoso nel sud del Lazio, alle falde dei monti Volsci, il quale si estende dalle adiacenze di Cisterna sino al mare a 7'erraciua con una lunghezza di circa 42 chilometri da nord-ovest a sud-est e una larghezza di 28 da tiezze a monte Cireello.
È difficile scoprir la data precisa dell'origine di codeste paludi. Omero, e, dopo di lui, Virgilio rappresentano la dimora di Circe quale un'isola e Plinio, alludendo ad Omero, cita questa opinione e la conferma con la testimonianza di Teofrasto il quale, nell'anno di Roma 410, dà a quest'isola una circonferenza di SO statili.
Non è improbabile che quest'ampia pianura, anche al presente sì poco elevata dal livello del mare fosse coperta antieliissiniamente dalle sue acque, appunto come il territorio di Ravenna sulla costa orientale d'Italia. Checché possa essere stata nei tempi favolosi, lo stesso Plinio riferisce, sull'autorità di uno scrittore più antico, che, nei primi tempi della Repubblica romana, il tratto di territorio, compreso poi nelle paludi, conteneva 33 floride città, le quali tutte a grado a grado scomparvero per le devastazioni guerresche e le più dannose crescenti esalazioni mefitiche delle paludi.
I fiumi e i torrenti di acque torbide che scaricatisi dalle montagne dei Volsci in cotesta pianura il cui pendìo verso il mare è quasi nullo, sono il Landino, 0 l'Utente, l'Auiaseno, la Fossanuova, il Teppia, il Ninfa, il Cavata, il Cavatella, l'Astura, il Fantino, l'Acqua l'uzza, il Carbonara, il Solcitta, il Fossalta, il Codarda e il Mazzocchio. Le loro acque sgorgano da ogni lato dei limiti settentrionale ed orientale di codesta pianura e
(1) Delle tante opere antiche e moderne sul Tevere son .la vedere le due seguenti: Ponzi, TI Tevere ed il suo Delta, nella Iiirista Marittima del luglio 187G; Sthother A. Smith, Tibet' and iti Tribularicìs in Ancienl and Modem Times.