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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il Lazio
   8S
   con lo loro alluvioni formarono dal lato meridionale una doppia linea di dune boschive che son del continuo ingrossate dall'urto dei marosi ed impediscono lo scolo delle acque.
   Oltre i suddetti fiumi e torrenti vi influiscono una quantità di rivoli e tanto questi come quelli s'interrano nelle piene e formano qua e là pozzanghere e laghetti in alcuni dei quali, per i vegetali che vi allignano, formansi isolette natanti.
   Certe volte, come nell'Acqua l'uzza, o Fiume coperto, producono una specie di concrezione o crosta che da luogo a luogo copre l'alveo, come fosse un acquedotto ed è periglioso passarvi sopra, dacché queste croste artificiali si rompono agevolmente. La pellicola grassa di queste acque, che son solforose, giova ai rognosi e ai cani stizzosi-
   Queste infelici condizioni tisiche fanno sì che vi si respiri un'aria pestifera la quale nuoce principalmente a chi vi dorine; il riposare all'aria aperta è pernicioso anche di giorno, formicolando poi questi pantani di rettili velenosi.
   La perdita di tanto fertil terreno e le esalazioni emananti da sì ampio tratto di palude, trasportate non di rado a Roma stessa dai venti meridionali, attrassero l'atten-zifine di un popolo così attivo ed industre come gli antichi Romani.
   Appio Claudio, 300 anni circa prima dell'era cristiana, mentre dava opera a condurre la celebre via — che porta il suo nome e di cui diremo più avanti — a traverso queste paludi, fece il primo tentativo per prosciugarle e il suo esempio fu imitato, a varii intervalli, da varii consoli, imperatori e re sino al gotico Teodorico inclusivamente.
   Le guerre che tennero dietro alla morte di questo principe, la devastazione dell'Italia e la debolezza ed instabilità del governo romano distolsero la sua attenzione dalla coltivazione e lasciarono che le acque delle paludi producessero il loro effetto naturale.
   I papi, però, quando la loro sovranità fu ben assodata e la loro attenzione non fu più assorta nelle invasioni dei Barbari o nelle contese co' baroni feudali, rivolsero i loro pensieri al risanamento di tanta parte del loro territorio inondato, ondechè noi
   5 — La l'afri», voi. III.