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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il Lazio
   m
   Il muncro ili trenta par fosso riconosciuto o stabilito, indipendente dalle fluttuazioni e dai cambiamenti accidentali: le città che componevano l'antica lega sotto la primazia d'Alba erano anche rappresentate come in numero di trenta (1), e i Populi Albetises, la più piccola e la più stretta unione sotto il medesimo capo, erano, giusta l'elenco di Plinio, appunto trenta. Egli e perciò in piena conformità con le usanze delle nazioni antiche che la lega ricostituita consistesse, come in addietro, di trenta città, sebben esse potessero non esser le medesime che previamente la componevano.
   Scopo di codesta alleanza fra Borni e i Latini era, 11011 ha dubbio, opporre una barriera alla potenza rapidamente crescente degli Equi e dei Volsci. Col medesimo intento gli Krnici furai poi tosto ammessi a parteciparvi (4S6 av. C.) e da quel tempo per oltre un secolo i Latini continuarono ad essere gli alleati fedeli di Roma, partecipando nelle sue vittorie del pari che ne' suoi rovesci durante le sue lunghe ed ardue lotte coi bellicosi vicini (2).
   Una scossa fu data a queste amichevoli relazioni dalla guerra Gallica e dalla presa di Roma nel 300 av. C.: la calamità che piombò allora addosso a Ruma pare spronasse aldini de' suoi vicini più immediati e de' più fidi alleati a dar di piglio alle anni contro di essa (3).
   I Latini e gli Ernici sono rappresentati non solo come ricusanti il loro contingente agli eserciti romani, ma anche come coadiutori dei Volsci contro di essi; e, quantunque evitassero sempre al possibile una rottura aperta con Roma, sembra evidente che la primitiva stretta alleanza fra di loro era virtualmente finita (4).
   Ila ei parrebbe che il vincolo di unione della stessa Lega Latina fosse in quel tempo grandemente allentato. Le città più potenti diportavansi con un grado d'indipendenza a cui non v'ha parallelo ne'tempi più antichi: per tal modo, nel 383 av. C., i Lanuvini strinsero un'alleanza coi Volsci e Preneste si dichiarò ostile a Roma, mentre Tnsculo, Gabii e Labico perdurarono nei termini amichevoli con essa. Nel 380 av. C. i Romani erano in guerra aperta coi Preiiestini e nel 300 coi Tibuitini ; ma le altre città del Lazio non par si unissero nè ai primi nè ai secondi in quelle guerre.
   Le invasioni reiterate dei Galli, i cui eserciti traversavano un anno dopo l'altro il territorio latino, tendevano ad accrescere la confusione e il disordine, e non pertanto la Lega Latina, quantunque assai scomposta, non fu inai rotta, e le città che la componevano continuavano sempre a tener le loro adunanze nel Lucus Ferentinae per deliberare sulla loro politica e i loro interessi comuni. Nel 358 par fosse rinnovata la lega con Roma alle condizioni precedenti, e in quell'anno i Latini, per la prima volta dopo un lungo intervallo, inviarono il loro contingente all'esercito romano (5).
   Finalmente, nel 340 av. C., i Latini, che avevano fedelmente aderito alla loro alleanza durante la prima guerra Sannitica, par cominciassero ad accorgersi del crescere della romana potenza ed avvisassero qualmente sotto l'ombra di un'alleanza fra uguali eglino andavano scendendo gradatamente in uno stato di dipendenza e di servitù.
   Quindi, dopo un vano invito a Roma per un assetto più equabile, i Latini, del pari che i Volsci, presero parte coi Campani alla guerra di quell'almo e condivisero la loro memorabile sconfitta alle falde del Vesuvio.
   Anche in questa occasione però i consigli dei Latini erano divisi: i Laurentani almeno e, probabilmente anche i Laviniatit rimasero fedeli alla causa romana, mentre
   (1) Dionis., ih, 34.
   (2) Liv„ vi, 2.
   (3) Varr., L. L., vi, 18; Liv,, vi, 2.
   (4) Liv., vi, 6, 7, 10, ecc.
   (5) Liv., vii, 12.