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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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l'arto TVrza — Italia Centrale
Sigma, Sezia, Circeo e Velitre o Velletri, quantunque considerate quali colonie romane, furono fra le più accese in quella guerra contro Roma.
La lotta fu rinnovata l'anno seguente con varia vicenda; ma nel 338 av. C., Furio Camillo sconfisse i Latini in una grande battaglia a Pedo (l'cdum presso l'odierno Gallicano), mentre l'altro console C. Ilenia riportava una vittoria non meno strepitosa sul fiume Astura. La lotta era ora terminata : le città latine una dopo l'altra si sottomisero e il Senato romano pronunziò separatamente sulla sorte di ciascuna.
11 primo grande oggetto del nuovo ordinamento quello si era di privare i Latini di tutti i vincoli di unità nazionale e sociale; a tal fine, non solo fu loro vietato di tener consigli od assemblee generali, ma le varie città furono spogliate dei mutui diritti di connitbium e commerchnn in guisa da isolare ogni piccola comunità dalla sua vicina.
Tivoli ePreneste, le due città più potenti della confederazione, e die avevano preso una parte prominente nella guerra, furono spogliate di una gran parte del loro territorio, ma continuarono ad esistere quali comunità nominalmente indipendenti, conservando le lor proprie leggi, e gli antichi trattati con esse furono rinnovati sì che fin già al tempo di Polibio un cittadino romano poteva scegliere Tivoli o I'reneste come luogo d'esilio (1).
Tusculo al contrario ricevè la franchigia romana, e così Lanuvio, Aricia, Pedo e Noinento, quantunque queste ultime par ricevesse]- soltanto la cittadinanza imperfetta senza il diritto di suffragi®
Velletri ( Yelilrae) fu punita più severamente, ma anche gli abitanti di codesta città furono poi tosto ammessi alla franchigia romana e la creazione poco appresso delle tribù Meda e Scepzia fu designata ad includere i nuovi cittadini aggiunti alla repubblica qual risultato di codesti assetti (2).
l)a quel tempo i Latini, come nazione, si può dire scompaiano dall'istoria : essi si fusero a grado a grado vieppiù sempre nella massa del popola romano; e, quantunque; la forinola di sodi et notnen hiiitnim occorra perpetuamente d'allora in poi nell'istoria romana, vuoisi ricordare che codesta frase comprende altresì i cittadini delle cosidette colonie latine le quali formavano un corpo superiore di gran lunga in importanza, ed m numero agli avanzi dell'antico popolo Latino.
La storia dei vecchi Latini, o dei Latini propriamente detti, fu da noi studiosamente separata da quella delle altre nazioni che furono successivamente comprese sotto la denominazione generale di Lazio: gli Fqui, gli Emiri, ì Volsci e gli Ausonii. L'istoria di queste varie tribù, findic ebbero un'esistenza nazionale separata, si troverà più oltre al rispettivo lor posto. Pasti qui ricordare che gli Ei ilici furono intieramente sottomessi a Roma nel 30(5 av. ('., e gli Fqui nel 304; il periodo della sottomissione finale dei Volsci è più incerto; ma noi non troviamo menzione di essi in armi dopo la presa di Priverà© nel 329 av. C. ; e par certo che essi, del pari che le città ausonie attigue ad essi, erti caduti in poter dei Romani prima del principio della seconda guerra Sannita (32G av. C.).
Quindi tutta la regione nota successivamente sotto il nome di Lazio eradnenuta finalmente sottoposta a Roma, prima del 300 av. C.
3 II Lazio sotto ì Romani. La storia del Lazio, propriamente parlando, termina collo sciogliersi della Lega Latina. Quantunque alcune fra le città continuassero, come già si è detto, a conservare un'indipendenza nominale sino ad un tardo periodo e sol dopo lo scoppio della guerra sociale nel 90 av. C. fossero conferiti a tutti senza eccezione i Latini i diritti di cittadinanza latina, esse avevan già perduto lungo ogni traccia di distinzione nazionale.
(1) l'OL,, vi, li.
(2) Liv,, Vili, 14, 17; KieBUhk, voi. Ili, 140-m5.

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