Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (598/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (598/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   530
   l'arie Terza — Italia Centrale
   introducessero nella città: la porta San Francesco, a nord-est, coi piedritti composti di quattro pietre per parte; quella detta Stupa, a nord-ovest, più augusta, con quattro pietre anch'essa per ogni stipite; ed infine la porta Sanguinaria (fig. 221) a est, cosi chiamata forse per la presa di Ferentino da parte dei Itomani, o per qualche altra grossa fazione combattutavi.
   Da quest'ultima importantissima porta si può salire direttamente all'Acropoli ove sorgono ora l'Episcopio moderno e la Cattedrale e le cui mura sono fabbricate con solidità anche maggiore di quella del recinto esterno. Sulla spianata di codesta Acropoli sorgeva l'antica rócca, costruita con pietre rettangolari dai Romani e le cui mura servono ora di fondamento al palazzo Vescovile che offre avanzi di varii stili architettonici e rappresenta l'antico castello ove risiedeva il prefetto della città durante la dominazione romana.
   Nella parte più erta della salita è la chiesa di San Valentino, con un portico originalissimo la cui vòlta è formata da un'abside sporgente. Un po' più oltre trovasi la chiesa di San Francesco, con strani bassorilievi nella sua piccola anticorte. Quindi la via dell'antica Acropoli conduce ad un terrazzo, sotto le mura ciclopiche. 11 passaggio buio e cavernoso sotto queste mura sbocca vicino al Duomo dei Santi Giovanni e Paolo che conserva esternamente molte delle sue antiche forine architettoniche e dentro, un pavimento di splendidi opus alcxandrinuni, restaurato con frammenti marmorei,scolpiti ed Un magnifico pilastro, a spirale, in mosaico, alto quasi quanto la chiesa. Notevole è anche la tribuna o confessione (tig. 222). Dietro il Duomo è il palazzo Arcivescovile, con maestosa scalinata, custodita chi due leoni di marmo.
   Una via, assai abitata, conduce alla città bassa ov'è la chiesetta di San Giovanni Evangelista, il cui fonte battesimale ha un'iscrizione posta dagli abitanti di Ferentino a Cornelia Salonina, madre dì Salonino, messa a morte in Colonia Agrippina, da Postumo, nel 259 dell'era volgare.
   Dalla piazza si scende in un labirinto intricato di sporche viuzze, con nomi pomposi: via dell'Alreo, via dei Bagni di Flavio, vicolo del Calidario, ecc., e si arriva alla più bella delle chiese, Santa Maria Maggiore (fig. 223), che nella sua bella facciata occidentale ha un portone con colonne di marmo rosso staccate e collegate e sopra di esso gli emblemi degli Evangelisti, ai due lati del divino Agnello, ed un tondo finestrone. Codesta chiesa è tuia delle opere più perfette di stile gotico-romano dei secoli XIII e XIV.
   Fuori la porta Santa Maria Maggiore un'iscrizione, detta la Fata dal popolino, ed incisa nella roccia calcarea, rammenta l'erezione di una statua, pei Fereutiui riconoscenti, ad Aulo Quiutilio Prisco, il quale nel suo onomastico diede loro, fra le altre cose, crustidum et omisi emiliani (focaccia e idromele) per gli adulti, sportulae (doni in danaro) pei decurioni, e imam sparstones (distribuzione o getto di noci) pei ragazzi. Nella medesima iscrizione son nominati tre fioidi o masserie nel territorio di Ferentino, detti Jlojuiiuin e Caponianuni, i quali hanno oggi i nomi di Iìoana e Cipollara. Fuori della stessa porta ve desi anche un tratto conservato dalla via Latina e poco lontano, nella valle Cerceto, trovansi altre mura polifoniche, credute appartenenti ad un hieron pelasgico.
   Commercio attivo di cereali (principalmente di farina dì grano turco), di vino, olio, avena, ecc.
   Uomini illustri. — Nacquero in Ferentino: l'ini])eratore Ottone, che alcuni vogliono pirò del precitato Ferentino o Ferente nell'Umbria; Flavia Doniitilla, moglie dellini-peratore Vespasiano e madre di Tito; Sant'Euticchio; il celebre poeta Nuvidio Fiacco, nato verso il 1476, autore dei Fusti cristiani, e Franchi, continuatore di codesti Fasti nel secolo XVI.
   Coli, elett. Frosinone — Dioc. Ferentino-Anagni P3 T. e Str. ferr.