50-2
Parte Terza — Italia Centrale
Torre Caietani (736 ab.). — Paesello alpestre ch'ebbe origine nei bassi tempi quando la potente famiglia dei Caetani vi edificò un castello che gli diede il nome. Codesto castello fu costruito con speroni robusti e muraglie massiccie, un tondo torrione che guarda a ovest e quattro torrioncini dal medesimo lato, ora quasi distrutti. Sopra il portone d'ingresso sorge l'antica torre quadrata, mutilata e minacciante rovina. Si entra nell'ampia corte per 1111 ponte levatoio che formava un trabocchetto profondo, e, secondo la tradizione, vi si eseguivano anticamente giuochi di lotta. Strade malagevoli e fabbricati meschini. Nella regione detta le Fontanelle, è una sorgente d'acqua magnesiaca. Prodotti principali, il grano e l'olio.
Coli, elett. Anagni — Dioe. Alatri — P2 T ari Anticoli.
Trevi nel Lazio (2022 ab.). — Cenni storici. È ricordato da Plinio, da Tolomeo e da Frontino (De Aquaed., 93) che lo chiama Trela Augusta per distinguerlo da Treba nell'Umbria,., del pari che in un'iscrizione che attesta essere stata sotto l'impero romano, una città di grado municipale (Quelli, Inscr., 4101). Ma il suo nome non è mentovato nell'istoria e non fu mai probabilmente una città importante, come puossi argomentare, del resto, dalla sua situazione alpestre ed appartata.
Era un forte baluardo degli Equi verso i Volsci e gli Ernici. In potere, nell'evo medio, dei signori detti Trebensi, prima i Conti, poi ì Caetani, fu nei secoli X e XI in lotta col monastero di Subiaco. Nel 1259 vi dimorò papa Alessandro IV. Nel 1482, avendo Alfonso di Aragona, duca di Calabria, ricuperato Otranto occupato dai Turchi, volle tenere al suo servizio 1500 Turchi per muover con essi contro i Fiorentini e i Veneziani: ma avendogli il papa negato il passaggio per lo Stato pontificio, il duca, sdegnato ed ingrossato di forze dai Colonnesi e dai Sa ve Ili, entrò nel Lazio, devastando il territorio di Trevi; ma rimasto incolume il paese, i cittadini eressero in memoria e in ringraziamento un tempietto dedicato alla Madonna del Riposo.
Sorge il paese sopra una sassosa collina, isolata, bagnata alle radici dall'Amene, in aspettò maestoso e su per la salita che vi conduce vedesi il suddetto tempietto il cui atrio ostruisce il passaggio; sul muro si vede un dipinto di poco pregio, del 15S3, rappresentante la Vergine del Riposo. Annesso a questo, è un altro tempietto, sacro a San Sebastiano, con freschi del 15S5.
Il recinto odierno è opera del secolo XV, di Rodrigo Borgia che divenne poi il famigerato Alessandro VI. Verso nord-ovest vedesi un pezzo delle antiche mura, costruito senz'ordine, con massi di travertino. La parte più alta, signoreggiata dal forte medievico, la (piale serba ancora il nome di Civita, segna il luogo dell'antica acropoli, protetta all'ingresso, verso il paese, da robusto nmraglione di grossissimi massi riquadrati.
Le vie interne, da principio auguste, si vanno allargando, fiancheggiate da fabbricati discreti, dalla ròcca alla Collegiata e da questa al termine del paese. La ròcca o castello, detto Civita, nella suddetta parte più elevata, non ha più che il maschio, con porzione dell'antico recinto.
Antichissima la Collegiata in mezzo al paese, e importantissimo l'archivio, contenente i manoscritti del P. Pier d'Antoni o Pierantoni da Trevi, del secolo XVI, trattanti del Lazio. Nella sagrestia si conservano l'abito di San Pietro Eremita, nativo di Itocca di Lotte, protettore di Trevi e parecchie sue reliquie, oltre due calici di fattura gotica, e due antiche croci capitolari. I prodotti principali consistono in grano, granoturco e patate.
Colt, elett. Uiagni — Dioc. Subiaco — P3 T. a Guardilo.
Trivigliano (962 ab.). — In colle isolato ed ameno, sulle rovine dell'antico castello omonimo. Era cinto di mura castellane e di torri ora atterrate tranne una a sud del paese di forma quadrata detta di San Rocco e per metà demolita. Un'altra torre dei Colonna sorgeva presso l'orto dei Lattanzi ed un terzo torrione rotondo a nord, plesso la casa Petocchi.