Mandamenti e Comuni del Circondario di Frastuono
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Piccolo il fabbricato, ma con vario o comodo abitazioni. Due porte: una detta dolio Spreco e l'altra Maggiore. A sud-ovest, e a 4 chilometri dal paese, ampie pianure che scolano nel verno le loro acque in 1111 grande bacino, detto lago di Cantemo (538 ni.) e iu altri piccoli stagni che prosciugatisi nella state. 11 Iago di Cantemo è alimentato dai fossi del Diluvio e della Conca di valle Mora. Il grano, il granturco, il vino e l'olio sono i principali prodotti del suolo.
Coli, elett. Anagni — Dioc. Alatri — I13 ivi, T. a tìuarcìno.
Vico nel Lazio (1S39 ab.). — Fu feudo dei Colonna e sta a cavaliere di un colle calcareo vestito tutto di ulivi, a 750 m. sul mare; è cinto da mura castellane, con torrioni e tre porte dette a Monte, con bella fontana, a Valle e Orticellì, tutte ben conservate. L'interno si compone di molti vicoli, in piano ed agevoli la più parte. Di qualche considerazione è la Collegiata di San Michele Arcangelo, nella cui piazza trovasi un'altra bella fontana, ricca di acqua saluberrima. Asilo infantile; Banca cooperativa agricola. Olio, bestiame, lana, cacio, legname di faggio e legna da ardere.
Coli, elett. Anagni — Dioc. Alatri — P3 ivi, T. a Guarcino.
Mandamento di MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO (comprende 2 Comuni, popolazione 5)008 ab.). — Territorio in collina, con boschi e pascoli. Le campagne intorno al capoluogo irrigate dal Liri, producono cereali, vino ed olio. Solivi anche miniere di bitume, asfalto, petrolio e pozzolana,
Monte San Giovanni Campano (5986 ab.). — Cenni storici. Fu feudo della famiglia d'Aquino e quindi del marchese di Pescara, detto anche del Vasto, che lo vendè alla Santa Sede in un col castello di Strangolagalli. Nel 702 fu saccheggiato dal duca Girolfo di Benevento e nel 1495 il suddetto castello fu preso d'assalto dalle truppe francesi di Carlo Vili che lo incendiarono e ne passarono a fil di spada gli abitanti, per punirli di aver tagliato il naso e le orecchie a tre suoi ambasciatori venuti a chiedere il passaggio al regno di Napoli.
Cinamavasi Castel forte in addietro ed è situato sopra un alto colle, alla destra del Liri, con ampia ed amena prospettiva sui colli lontani e i villaggi numerosi che li coronano. Nella parte più alta sorgono due torri, di stupenda costruzione, iu mezzo alle quali veggonsi ancora l'antico palazzo baronale e le mura dell'antica fortezza, già munita di cannoni di grosso calibro. Più al basso stendesi la piazza detta della Corte, la miglior posizione del paese per le belle vedute che vi si godono.
La costruzione del suddetto palazzo baronale è mista e vi si accedeva dall'alta torre che ergesi sulla piazza e in cui, al tempo delle discordie civili, stettero a presidio sin 700 armati. Nel palazzo vedesi la carcere ove San Tommaso d'Aquino stette rinchiuso per ordine della madre e dei fratelli che tentavano stornarlo dalla carriera ecclesiastica e da cui fuggì per un balcone, ricoverandosi a Monte Cassino. La carcere fu convertita in cappella elegante. Notevole fra le chiese, quella di San Pietro, a porta Neutola o di Sau Rocco, piccolo tempio di buona architettura ed a croce greca. Ospedale civico, Asilo infantile. Granaglie, frutta, vino e olio.
Coli, elett. Prosinone — Dioc. Veroli — Pa T.
Bauco (3622 ab.). — Cenni storici. Banco, detta anche Buca e Boriile dagli storici, ed insignita col titolo di città, giaceva prima del 1000 sul dolce pendio del colle detto delle Marette, ove veggonsi tuttora i ruderi delle mura ciclopiche e di un anfiteatro e dove rinvengonsi monete, sepolcri, lacrimatoi, idoletti di varie foggio.
Nel 1155 sotto il pontificato di Adriano IV, fu arso da Guglielmo il Alalo ; nel 1186 fu saccheggiato e devastato dal conte Enrico Roccaborga e nel 1194 fu saccheggiato da Enrico, tìglio dell'imperatore Federico I. Nel 1204, avendo il conte di Sorelle assalito Bauco, i suoi abitanti si difesero strenuamente e lo respinsero e, dopo questo fatto