50-2
Parte Terza — Italia Centrale
glorioso, governaronsi a libero comune salvo un tributo alla Santa Sede. Nelle guerre ili Eugenio IV coi Colonna e sotto il pontificato di Paolo IV, ebbe a sopportare gravi danni. Durò in Dauco il governo libero sino ai tempi di Gregorio XIII (1572-1585) quando monsignor RiughiiJri prese possesso del paese, in nome della Camera Apostolica.
L'abitato sorge a ovest del Liri. in vetta di un altro colle isolato, cinto di mura castellane, medicviclie, con 18 torricelle, parte tonde e parte quadrate e con in giro il pubblico passeggio che offre allo sguardo la veduta di ben trenta fra borgate e città, disseminate per tutta la regione degli Ernici. L'aria che \i si respira è cosi pura e salubre che non pochi forestieri vi pongono stanza durante la state e l'autunno.
Nell'interno, Dauco ha comode e belle contrade, rette le più, che separando i fabbricati, ([nasi a ino' di quartieri, vanno a far capo in varie piazze. Palazzi, chiese, conventi, scuole, ospedale. Fra le chiese è notevole la Collegiata di Sant'Angelo a tre navate e con facciata del cav. Subleras, simile al tutto a quella di Santa Maria d'Aquino in Roma, fi San Sebastiano, nella cappella del Sacramento, è della scuola di Tiziano. Vi si ammira anche un sepolcro, in pietra detta sarola, simile al peperino, tratta da una cava vicina : consiste in un'urna semplice, ma elegante, su cui siede largura del cardinale Enrico Filonardi.
La piazza bislunga è fiancheggiata da varie botteghe; notabile il palazzo Filonardi, Ben coltivate le sottostanti campagne, i cui prodotti consistono in olio, vino, grano e cereali ; industria dei tessuti di lino.
Ad un chilometro di distanza, lungo il sentiero che va da Banco a Strangolagalli, salendo a sinistra il colle detto le Muelle. o Monte di Fico (507 ni.), veggonsi i tratti di una muraglia poligonica il cui andamento seconda e corona il sommo del colle. Assai ristretto è il recinto e ad esso addicesi realmente il nome di Oppidulum e credesi la ì!S'Ite ernica.
Uomini illustri. — Personaggi insigni per dottrina e per cariche ecclesiastiche e civili diedero le seguenti celebri famiglie ili Banco: l ilonardi, Crescenzi, Sinioncelli, Valentini, De Angelis. Chiari assai nelle lettere furono particolarmente Carlo De Angeli* e il figliuolo suo Desiderio, il primo dei quali fondò in Banco l'Accademia dei Sorgenti, col motto Crescit cundo; l'altro ebbe onorificenze dalla repubblica di Venezia e fu incoronato in Campidoglio.
Culi, elett. Frosinone — Diuc. Veroli — P2 T.
Mandamento di PALIANO (comprende 3 Comuni, popol. 9715 ab.).— Territorio in pianura e in collina, abbondante di cereali, di viti, di ulivi e segnatamente di pascoli che alimentano un bestiame numeroso.
Paliano (1-915 ab.). - Cenni storici. La memoria più antica di l'aliano risale al secolo VI e il nome vuoisi derivi da un fonilo della Gens Follia o Fundus Pollianus. Nel 1184 il paese era già formato ed è noto che fu lacerato da dissidii intestini. Acquistato ila Gregorio IX e da varii condomini, detti signori di Paliano, nel 1370, lo si trova feudo dei conti di Segni, i (piali, tranne alcune vicende, n'ebbero il possesso sino al pontificato di Martino V Colonna che ne nominò vicarii i suoi due nipoti Antonio ed Odoardo Colonna. È celebre per la difesa che ne fece Prospero Colonna contro Sisto IV (il savonese Della Rovere) (piando Prospero, temendo del tradimento degli abitanti, si impadronì dei figlinoli dei maggiorenti e li mandò in ostaggio a Genazzano.
Paliano rimase ai Colonna sino al 155G quando Paolo IV (il napoletano Caraffa), nella sua contesa con Marco Antonio Colonna lo spogliò dei suoi possessi feudali e diede Paliano, col titolo di ducato, al proprio nipote Giovanni Caraffa, il quale fu poi fatto decapitare da Pio IV (Angelo Medici, nato a Milano, fratello del marchese di Mangiamo), Le fortificazioni furono costruite dai Caraffa ed erano così inespugnabili a