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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Frastuono Ttl1,)
   sognante, riuscì iul impadronirsene. Le mura della città furono atterrate e puniti severamente i caporioni della rivoltili ma il rimanente della popola/ione fu ammesso alla cittadinanza romana, probabilmente però in prima istanza, senza il diritto di suffragio, quantmifuc anche questo dovesse esser loro accordato nel DIO av. (J. (piando fu costituita la tribù ufentina di cui l'rivcrno era la città principale (Liv., vm, 10-21 ; Festa s. o. Vfentina; Nnm'itu, voi. ni, p. 176). Secondo Fusto (p. §33) divenne ima praefectura e ricevette in seguito una colonia militare (Lib. Colon., p. 236).
   Al pio» della vicina Setia (Sezze) Piperno andava rinomato per l'eccellenza de' suoi vini (Pi in., xiv, C. s., 8); ma poco sappiamo di esso sotto l'impero e non abbinili notizie successive del suo destino.
   Anche il periodo, o l'occasione dell'abbandono di Piperno Vecchio sono ignoti; ina ò certo erroneo l'annetterli ad mi grande treinuoto a cui allude Cicerone (De div., 143). In quell'occasione il suolo sprofondò ad una grande profondità, il che può aver prodotto la grande cavità visibile tuttora ìu vicinanza di Piperno.
   La città antica fu più probabilmente abbandonata per le devastazioni dei Saraceni, nel secolo X, dai quali tutta questa parte del Lazio ebbe molto a soffrire (Rampoldi, Corografia eP Italia, voi. ut, p. 258) e gli abitanti cercaron rifugio in situazioni più elevate e sicure come quella del moderno Piperno, nel quale soggiornarono parecchi pontefici: fra gli altri Sisto V, pel quale fu costruito il palazzo San Martino, detto Palazzo di Sisto, a 2 '/a chilometri.
   Piperno sorge su di un colle non alto (150m.), cinto quasi tutto da mura castellane, dirute in parte, con avanzi di torri merlate. I monti e i colli che la circondano le formano intorno un grande e pittoresco panorama, ma le esalazioni dalle Pontine e la scarsa ventilazione, a est, rendono poco salubre il suo clima.
   Vie scoscese, eccettuata quella di mezzo, molto lunga e larga, fiancheggiata da discreti fabbricati. Sulla piazza ergesi la cattedrale con porticato di stile gotico che forma tre archi, fra i quali ò notabile quel di mezzo per la struttura e la vastità della luce. Fu edificata da Antonio Rabotto e consocrata nel 1183 da Lucio III alla Santissima Annunziata. Vi si ammira un bassorilievo del Bernini, rappresentante San Tommaso d'Aquino (il quale morì nel 1272 nel vicino monastero benedettino (li Fossanuova) in atto di spiegare il Vangelo. La piazza è decorata da dieci annosi ed enormi aranci, in mezzo ai quali è la statua del gran I'riapo, rinvenuta negli scavi del vecchio Priverno. Annesso alla cattedrale è il palazzo del governatore, anticamente isolato, di forma quadrata e anch'esso di struttura gotica e tuttora assai interessante. Un ampio e magnifico porticato formava una piazza coperta, ma gli archi furono chiusi barbaramente per costruirvi le carceri.
   Scendiamo ora a visitare rapidamente le rovine di Piperno Veceh io, l'antico Privem uni, di cui abbiam detto più sopra, a circa 2 chilometri dalla città odierna. Colà, sui ruderi di un tempio antico, fu edificata nel 1820 una chiesa sacra all'Assunta. In faccia ad essa ed a fianco della moderna strada provinciale, è un ampio quadrilatero ove, giusta un'antica tradizione, sorgeva un palazzo famoso di Tiberio, tradizione avvalorata dagli oggetti pregevoli rinvenuti negli scavi eseguiti nel 1797, sotto la direzione del Petrilli.
   Verso ovest, in un luogo detto Piazza della Regina, trovatisi alcuni ruderi nei quali incontrasi ogni tanto, arando, un piano formato a mosaico colorato, ma coperto dal terreno coltivato. A nord ergesi il residuo di un alto muro, separato dalla suddetta piazza dalla sola intersezione della pubblica strada, e detto volgarmente il Torrione, ove credesi esistesse un tempio d'Iside. Palla suddetta parte ovest è una gran porta, interrata sino al fregio, e composta di grosse pietre senza cemento. Il piano antico calcolasi circa metri 3.50 sotterra. La città era cinta di fortissime mura di cui soprav-vanzano poche vestigia: stendevasi dalla porta sino a 3 miglia verso est.
   A circa quattro miglia verso Sezze, in un piano detto la Ceriara, veggonsi ruderi di mura di pietre grossissiine e credonsi di un tempio di Cerere. Vi si veggono anche i