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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Palle Terza — Iialia (.entrale
   residui di antiche terme. Alle falde del monte Salano (415 ìn.ì, a sud-ovest di Piperno, ov'è la chiesa (li Sant'Erasmo, son da vedere le rovine grandiose della creduta M'Ha di Sejano, iì tristo consigliere e favorito di Nerone, che ne attestano l'estensione e la magnificenza.
   L'olio, il granoturco, l'avena, il grano, i latticinii, gli erbaggi sono 1 prodotti principali di Piperno nel cui territorio trovansi ancora cave di pietra ed arena e una sorgente di acqua solforosa. Filande, caseifici, molti torchi da olio, fabbriche di carrozze, ecc.
   Uomini illustri, — Piperno vide nascere molti nomini illnstri, fra i quali meritano particolar menzione i seguenti: Antonio Volsco, valente scrittore e meritamente rinomato; Marco Gunrini, medico insigne e profondo filosofo; Bernardino Leo, buon poeta ed oratore che tradusse VIliade; Pietro Gravina, oratore e poeta egregio ; Teodoro Rossi, letterato, professore di giurisprudenza ed astronomo; Mario Agostino Campani, professore di diritto all'Università di Torino ed autore di varie opere; Campiano, di vasta e varia erudizione, professore di diritto ecclesiastico; Antonio Barbato o Rabato, valente pittore e scultore ; Massimo Valeriane, valoroso guerriero, generale di Carlo II, re di Napoli, duca di Bertinoro e vicario generale del suo fratello, cardinale Pietro Valeriano-Duraguerra; Ramboni, pittore di inerito, benché poco noti siano i suoi dipinti.
   Bibliografia. — Teodoro Valle, La regia ed antica Piperno. Napoli 1754.
   Coli, elett. Ceceano — Dioc. Terraeina — P3 T.
   Abbazia di Fossanuova.
   Da Piperno una via rotabile ed un'altra mulattiera, più breve, conducono a questa rinomata Abbazia, così descritta da Enrico Abbate nella sua recente ed ottima Guida della Provincia di Roma I
   c È uno dei più celebri monumenti della provincia romana. Sorge presso il fiume Amaseno, in mezzo ad una selva, in luogo assai malsano. Fin dai più remoti tempi l'Abbazia fu posseduta dai monaci Benedettini, fra cui viveva Gregorio IV, assunto al pontificato nell'S27. Verso il 1133 fu conceduta ai monaci Cistercensi. Onorio III le diede amplissimi privilegi. Nel 1274 accrebbe splendore a questo luogo San Tommaso d'Aquino, che vi compì il corso dei suoi giorni (1). Fu dichiarata, dopo il 1870, monumento nazionale.
   Il tempio è uno dei più splendidi, edificato sotto gli auspici di Federico lì. La facciata è maestosa, con un bellissimo occhialone che dà luce a tutta la chiesa e con splendida porta gotica, di pietra scalpellata. L'interno è a tre navi grandiose. Passato il cancello, si osservano sul suolo certe impronte di ferri di mulo evi si legge: Pedate del mulo di San Tommaso d'Aquino. Questo marmo esisteva prima fuori della chiesa. La volta è ad archi acuti.
   11 campanile ottangolare poggia su quattro arcate, formando nn cupolino alla chiesa. Il chiostro, di prospetto all'antico refettorio, è formato alla gotica, con leggiadrissime colonnette marmoree dì diverso modo, le quali sostengono archi; il cortile è quadrato; in esso sorge un vago tempietto, fatto a piramide, con un cupolino, che dà luce nel mezzo, adorno di otto colonnette.
   (1) San Tommaso d'Aquino, il Dottore Angelico, le cui dottrine filosofiche son ora propugnata dalla S. Sede, recavasi da Napoli al Concilio generale di Lione, quando mori di veleno all'abbazia di Fossanuova. propinatogli, secondo il Villani, d'ordine di Carlo 1 d'Angiò, re di Napoli. Giacque ammalato alcune settimane e durante la malattia dettò un commento al Cantico dei Cantici. Quando gli fu recato il viatico, si fece toglier dal letto e collocar sulle ceneri sparse sul pavimento. Il suo corpo fu trasportato prima a Fondi, indi a Tolosa, eccetto il capo che venerasi nella cattedrale di Piperno.