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Parte Terza — Italia Centrale
Abbazia di Casamari.
Da Veroli è indispensabile recarsi alla celebre Abbazia di Casamari, monumento nazionale, a cui si può andare per via mulattiera o rotabile, in quattr'ore, fra andata e ritomo, inclusa la visita al Convento.
Come abbiam fatto per l'Abbazia di Fossannova, ci gioveremo anche per questa della descrizione dell'ottima Guida di Enrico Abbate.
< L'Abbazia si presenta maestosa, ma più coli-aspetto di fortezza che di convento. Siede in un piccolo piano ineguale, al pendìo di varie colline. A nord ha i monti di Tri-suiti, ad est le alte vette dell'Apennino centrale, e a sud la valle dell'Amaseno. Da alcuni vuoisi che nei dintorni sorgesse una villa di Mario, onde il nome di Casa Marii, Casamari; altri ritengono che il nome di Casaemarii dovesse significare piuttosto un paesello che una sola abitazione, e vogliono fosse Cercate, ove anziché in Alpino, di cui però era dipendenza, dicono nato Caio Mario. Comunque sia, distrutta la villa, o il villaggio, prima nelle guerre Sillane, e poi dai Barbari, sulle rovine antiche il beato Benedetto abate, discepolo di San Domenico, nel 1006 fondò la Badia, Sembra però che solo nel 1035 o 1036 si riunissero colà varie persone sotto la regola benedettina ed eleggessero il primo abate. Nel 1151 Eugenio dedicò la basilica, che ancor si vede, e la concedette ai Padri Cistercensi, dai quali passò nel 1717, alla rigida regola dei monaci Trappisti.
Durante la guerra fra Eugenio IN e Federico II il monastero ebbe a subire danni e saccheggi. Posteriormente ebbe anche a soffrire, bersagliato da baroni e potenti. La Badia fu sottoposta, nel XV secolo, di raro all'abate, più spesso ad un priore che ne aveva la luogotenenza. Martino V, a rinforzo del potere claustrale, l'affidò ad un cardinale col titolo di commendatario; ma la decadenza presto si fece sentire; sul principio del secolo XVIII era così allentata la disciplina, che il cardinale Albani, colla approvazione di Clemente XI, nel 1717 congedò i pochi monaci rimasti e vi introdusse i nuovi della 'frappa.
Nel 1799 la Badia ebbe danni per l'invasione francese. Nel 1870 quella parte dell'esercito italiano che entrò nel territorio pontificio, pel regno di Napoli, si accampò presso Casamari. Le leggi di soppressione tolsero i beni al monastero, ma questo fu dichiarato monumento nazionale, conservato a cura dello Stato. I frati, lasciati alla custodia, sono cortesissimi ospiti dei viaggiatori.
Il monastero ha la sua infermeria, l'ospedale, vasti granai, stalle e diversi dormitori!. Congiunto alla basilica si scorge un lungo fabbricato, di gotico stile, anticamente refettorio, che ora serve di granaio. 11 chiostro, superbo monumento architettonico, è di figura quadrata, avente all'inferno sedici vani, a guisa di balconi, che danno luce, disposti quattro per quattro alla gotica, con tre ordini di colonnette bellissime, tutte diverse nel lavoro e con magnifici fogliami. Nel centro è la cisterna.
All'ala destra di questo chiostro trovasi il luogo dove i monaci tengono il Capitolo. L'ingresso termina ad angolo acuto, con cornici sporgenti in fuori; mette ad mi corridore per cui si passa all'orto e che fiancheggia la scala ilei monastero. Incontro, ed in bella simmetria, è una porta chiusa da cancello, per la quale si entra in un came-rone. Il Capitolo serba l'aspetto di un tempio gotico, elegantissimo. La vòlta è costituita di molti angoli acuti di pietra scalpellata, i qnali hanno diramazione dall'ordine delle colonne reggenti la stessa vòlta, poggiando lateralmente sopra capitelli di pietra uguale. Essa è a tre navi, uguali fra di loro; le grosse colonne sono quattro soltanto, scanalate, in modo che nella loro circonferenza vengono a costituire molte altre colonnette, adorne di capitelli con bei fogliami.
Entro al monastero, notevole per la solidità della costruzione, è da vedere un vasto salone, coperto da una vòlta a sesto acuto, con pilastri e colonne di pietra; diccsi da