Circondario ili Vclletri
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ascensioni piacevoli e panorami grandiosi, I numerosi paeselli sparsi sulle falde e le vette meno elevate dei monti sono ricclii di memorie che dall'antichità più remota scendono ni medioevo.
L'attenzione è attratta principalmente da quel vasto piano compreso fra ti monto Circeo od A stura, fra i Lepini, i Laziali, il Tirreno, vale a diro il territorio in cui steudous) le paludi Pontino, già da noi ampiamente descritto nell'introduzione sul Lazio e così leggiadramente cantate da Aleardo A leardi :
Vedi lfi quella valle interminata Che lungo la toscana onda si spiega, Quasi tappeto di smeraldi adorno, Che de lo molli deità marine L'orma attende odorosa? Essa è di venti Obliate cittadi il cimitero ; È la palude che dal Ponto ha nome.
Sì placida s'allunga, e da si dense
Famiglie di vivaci erbe sorrisa,
Che ti pare una fempe, a cui sol inanelli
Il venturoso abitatore. E pure
Tra i solchi rei de la saturnia terra
Cresce perenne una virtù funesta
Che si chiama la Morte.
Abbiamo già detto che la montagna più eccelsa nel gruppo dei Lepini è la Sempre-visa; soggiungeremo ora clic il piovente nord-est di questo monte guarda verso la vallata del Sacco dalla quale però lo divide una linea meno alta di monti che contiene le cime del Cacume (1095 in.) e della Gemma (1439 in.) e corre parallela a quella su cui levasi la Sempre visa, il versante sud-ovest della quale erge si invece sulle paludi Pontine. Mentre il primo dei due pioventi abbonda di faggi e castagni pittoreschi di cui fabbricansi utensili di legno per uso domestico, il secondo è brullo in gran parte e dirupato.
Da varii punti, da Carpineto, da Norma, da Bassiano e da Sezze si può ascendere alla Sempre visa, dall'alto della quale un panorama stupendo spiegasi innanzi allo sguardo. Si dominano l'iutiero gruppo dei Lepini e quello degli Erniei, le paludi Pontine, il mare da Porto d'Anzio al promontorio Circeo, le isole Ponza e il Vesuvio in lontananza.
Al monte Lupone si può salire da Segni, da Cori e da. Norma, e, se il panorama non è esteso sulla vetta come quello della Semprevisa, perchè occultato in parte da quest'ultima, è però sempre assai interessante.
Ma il più rinomato dei monti nel circondario di Velletri è il classico monte Circello o promontorio Circeo, del quale sarà buono dir qui alquanto distesamente.
Derivò il nome, o dalla bella maga Circe che tramutava, allettandoli, gli uomini in belve e vi fu al certo adorata in tempi posteriori (Cig., De Nat. Deor., ni, 19) o dall'antico oppido volsco Circei. E formato da un'ardita e scoscesa massa calcarea che sorge precipite dal mare ed è intieramente isolata dalla parte verso terra, come quella che è separata dalle montagne volscie dall'ampio piano pontino, mentre a nord-ovest una lunga striscia d'ininterrotta spiaggia arenosa stendesi di là per oltre 4S chilometri a Porto d'Anzio. Quindi, da una certa distanza, questo monte pare staccato intieramente dal continente, e piuttostochò di un promontorio, ha l'apparenza di un'isola. Fu quindi supposto da molti antichi scrittori che fosse in origine un'isola ; ma sebbene i depositi alluvionali, pei quali soltanto è connesso al continente, siano, in senso geologico, di recentissima formazione, certo è che non poterono esser formati nel periodo storico.
11 promontorio suddividesi in dieci puntio colli distinti: Circe; sommità della Vasca Moresca; monte di Torre Vecchia; sommità della Valle Caduta; Creta rossa; monte del Telegrafo; Cittadella; Guardia d'Orlando; Torello e Monticchio. Dovizioso di piante, fra arboree ed erbacee ne conta più di 200 specie ; fra le prime predominano la quercia e Pomello e l'acanto fra le seconde.
Sulla falda del monte sorge il paese di San Felice Circeo, di cui diremo più avanti, e qua e là son varie rovine medieviche e di una città antica di cui parleremo più sotto. La salita si può compiere da tre parti, movendo dal predetto San Felice, ma la preferibile è quella che gira il promontorio esternamente verso la marina e sale dalla cava dell'alabastro per la durata di circa quattro ore.