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Parte Terza — Italia Centrale
In un'ora si arriva alla Bocca Gircela, o ripiano di Civita, o Monte delle tre Croci, dotto altrimenti il Telegrafo, dal Semaforo che vi è. Tutta quasi la spianata è occupata da un quadrilungo di mura ciclopiche, volta a est verso il paese di San Felice e verso il Tirreno a sud. Molto si è discusso intorno all'età di codeste mura che alcuni dicono antichissime ed altri invece del tempo della colonia dedotta da Tarquinio.
Nell'evo-medio trovatisi molti accenni ad una ròcca ch'ebbe comuni vicènde col sottoposto castello di San Felice e che pare esistesse sino al 1027 e fosse nei bassi tempi-luogo di rifugio di parecchi pontefici. Or vi si vede una torre semidiruta che servì nel secolo scorso alla trasmissione di segnali, come costumasi al presente col Semaforo.
A 49 metri sul livello del mare, verso sud-est, sorge la Torre del Fico (dalle molte piante di fico d'India che la circondano) distrutta quasi per intiero dagli Inglesi nel 1813 e quindi fatta riedificare da Pio VII. Poco più oltre la Torre delle Capre, detta anche Grotta della maga Circe, per tradizione della trasformazione in bestie del re di Lau-rento e dei compagni di Ulisse, fatta dalla leggiadra maliarda, di che Stazio ebbe a chiamar pernia quel promontorio. Superati alcuni scogli, si pori piede nella cavità della grotta, larga 20 metri, profonda 30 ed alta 10. In fondo, una galleria impervia si addentra per lungo tratto nel monte. La grotta va ornata di stallatati e, ad una certa altezza, di fori scavati nella roccia dai molluschi marini, detti lìtodom e (datteri di mare), il che attesta il sollevamento avvenuto.
Poco lungi, verso ovest, sellili de J sili mare un'altra grotta, detta volgarmente dell' Omo impiso (Uomo impiccato), da un'enorme stalattite pendente dalla vòlta, all'ingresso della grotta. Vi si accede sol con le barche alle quali serve spesso di ricovero. Un po' più oltre, nel punto più sporgente iu mare, ergesi il Faro, a 13 metri dal pelo dell'acqua e presso ad esso veggonsi le rovine della torre Cervia, distrutta, anch'essa come la predetta del Fico, nel 1813 dagli Inglesi. Un'altra torre in rovina, la Moresca, a due chilometri di distanza, fu costruita dai Caetani contro i Barbareschi e vi è ora piantata una batteria in difesa della costa. Di lì non è più possibile proseguire il giro del promontorio a cagione di una enorme parete quasi a picco, detta il Precipizio, che dal mare va quasi sino alla vetta del monte.
Piegando a destra e poco lungi a mezza costa, a sinistra, trovasi una cava abbandonata di alabastro, stata coltivata dagli antichi Etruschi e i cu. esemplari si possono vedere nell'ipogeo dell'altare della Confessione in S. Maria Maggiore a Roma. Per un sentiero ripido e scosceso entro la macchia si sale alla vetta del monte ove veggonsi gli avanzi di costruzione d'epoca romana, detta volgarmente Tempio del Sole o di Circe, figliuola sua.
< Di lassù — conchiudereino con Enrico Abate — il panorama maraviglioso è largo compenso d'ogni fatica ; l'Ai eardi lo celebrò in versi splendidi, e difficile davvero sarebbe dare un'esatta descrizione di esso. Tutte le terre classiche, tutta la costa da Anzio ad Astura, alla punta di Gaeta, al Vesuvio, una lunga distesa di mare colle isole, le paludi coi laghi di Paola, i gruppi dei Lepini, degli Ausonii, attireranno, colla loro bellezza pittorica, coi loro ricordi d'ogni età, i nostri sguardi abbagliati. A nord-ovest la costa romana (disegna sull'azzurro dell'acqua, i suoi promontori e le larghe curve dei suoi golfi; la catena dei laghi, Astura, e le torri di guardia brillano successivamente lungo la spiaggia. Verso est sono i Laziali, con l'Artemisio ricco di coltivazione, vigneti e boschi; sul verde spiccano Civita Lavinia, Genzano e Velletri. A est i monti Lepini colle punte acuminate ed i colli dominati dai paesi di Cori, Sbrina, Sermoneta, Sezze, Rocca Massima, e, protesa nel mare, la bianca roccia di Terracina. Al di là il golfo di Fondi, il promontorio di Gaeta, presso cui morì Cicerone, il capo Mondragone, che nasconde Napoli, ma lascia vedere il fumante Vesuvio, e, distese vagamente nel mare, le isole di Ponza, Ventotene, Ischia e Capri >.
Passiamo ora alla descrizione dell'antichissima Girceli o Circeum, città del Lazio alle falde del suddetto immt Ctrceius (monte Circello) nel lato nord e a breve distanza dal