Vellotn
MANDAMENTI K COMUNI Divi CIIICONDAlìlO DI VhUMKl
AITAltTENENTI AL IMSTUKTTO MIUTAltB di l'UOSlNONE
Mandamento di VELLETRI (comprendoS Comuni, con una popolazione di 17,Kit) aiutanti, censita al iU dicetiibre ISSI). — Terreno vulcanico con grandi ondulazioni, attissimo alla coltura della vite, che vi acquista ima vera magnificenza di vegetazione.
Velletri, — Secondo i registri d'anagrafe municipale, al 31 dicembre ISSI, abitanti 15,703; alla fine del 1S(J3, ab. 19,450.
Cenni storici. — Velitrae, Veliternus, Veliternensis, ora Velletri, era compresa, non v'ha dubbio, entro i confini del Lazio, almeno come iutendevasi codesto nome nei tempi posteriori alla conquista romana. E controverso se fosse in origine città latina o volsca. Dionisio la include nella sua lista delle trenta città della Lega latina ; questo fatto transitorio non risolve per altro la questione, perchè lo stesso Dionisio e Livio rappresentano Velitrae qua! città volsca, nel primo periodo della collisione con Roma. È anche da notarsi che Velletri e le altre città sorelle ebbero linguaggio proprio. Il Lanzi (Saggio di lingua etnisca) all'ernia < che la lingua osca o volsca era ben diversa dalla latina; di poi se le andò avvicinando a segno, che si recitavano in Roma commedie osche e che vi s'intendevano dal popolo, come oggi le maschere napoletane, quando scrive Titillino: Osce et volsce fabulantur, nani latine nesciunt >. Clemente Cardinali (Iscriz. atti. Velit.) riporta una lamina volsca, che parla di Velletri ( Velester) illustrata anche dall'Orioli. Pare che gii Osci, Volosci o Volsci, immigranti nell'antico Lazio, provenissero dall'Etruria.
Il loro regno, le vicende dell'ultimo loro re Metabo e di sua figlia Camilla, che offrirono largo campo alla fantasia del cantore Eneide, appartengono alla leggenda. Pare però certo, che ai primi tempi di Roma le città volsche fossero strette in vincolo federativo. Velitrae, le cui prime ostilità contro Roma incominciarono sotto Anco Marzio, conquistata dal console Aulo Virginio, ricevette una colonia romana nel 493 av. C. e un'altra nel 101 (Dion., xiv, 34), senza smettere per questo la resistenza. Poco dopo la Guerra Gallica ì coloni romani di Velitrae unironsi ai Volsci e trascorsero all'aperta rivolta (Ltv., vi, 13, 21). Furono sconfitti nel 381 av. C. con i Prenestini ed i Volsci che li appoggiavano e la città fu presa l'anno seguente ; ina la loro storia, da quel tempo, è una successione continua d'imprese ostili contro Roma, con intervalli di incerta pace.
Par certo ch'essi assumessero la posizione di città indipendente; e quantunque si legga che i Romani se ne impadronissero, 11011 trovasi che riuscissero a ricondurla alla condizione di colonia romana. Per tal modo, nonostante la sua presa nel 380 av. C., i cittadini furono di nuovo in armi nel 370 e non solo devastarono i territorii dei Latini, alleati di Roma, ma posero l'assedio a Tusculo. Prontamente sconfitti in campo, la città fu assediata alla sua volta da un esercito romano ; ma l'assedio si protrasse per ben quattro anni e non è chiaro se la città fosse presa da ultimo (Liv., vi, 3G, 37, 38, 42).
Nel 358 av. C. i Veliterni diedero di nuovo di piglio alle armi e devastarono il territorio romano ; e nel 340 av. C., allo scoppio della gran Guerra latina, sono annoverati fra i pruni ad insorgere contro Roma. Certo essi erano a quel tempo un popolo potente: le loro schiere presero una parte importante nelle due campagne successive, ma condivisero la sconfitta generale dei Latini sulle sponde dell'Astimi nel 338 av. C. (Liv., vui, 3, 12, 13). Dopo il termine della guerra i principali cittadini, come coloni romani, subirono un più severo castigo : la città ebbe le mura distrutte, i suoi senatori
70 — I.» B'aliin, voi. III.