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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   V elletri
   565
   Fig. 232. — Velletri : Casa medioevale in via Dragona (da fotografia).
   Madonna sull'unico altare, nel centro del sotterraneo, è del Perugino. Nella sacrestia, l'atta costruire, con un monumentale lavabo o bacino per le abluzioni, di stile bramantesco, dal cardinal vescovo Giuliano Della Rovere, che fu poi papa Giulio II, si custodisce il Sacro volto del Salvatore, una tavola trafugata, secondo la tradizione, da Bisanzio, al tempo dell'iconoclasta Peone l'Isaurico, e fra gli altri oggetti preziosi un reliquiario d'oro, lavoro bizantino in forma di croce, con perle e piccole figure a smalto, dono di papa Alessandro IV, illustrato dal cardinale Borgia coli opera De Cruce velitema.
   Fu vescovo di Velletri il cardinale Latino Orsini, uno dei più dotti prelati del secolo XIII, creduto erroneamente autore dell'inno terribile: Dies trae, dies illa, composto da Tommaso da Celano,
   Uscendo dalla porta di via San Clemente si trovano le Canoniche, importante edilizio per la storia e per l'arte, di cui si conservano alcune arcate (fig. 235), così chiamato, perchè, fin dal secolo XI, vi menavano vita comune i canonici regolari, addetti all'ufficiatura della chiesa (Borgia, Storia di Velletri). Contiene l'archivio del Capitolo, ricco di pergamene, la più antica delle quali rimonta al 916, e l'aula capitolare, con buoni quadri della scuola del Francia e di Michelangelo da Caravaggio.
   L'Episcopio, ora Seminario diocesano, fu fatto costruire dal cardinale di Rohan (Rotomagense). Vi alloggiò Carlo Vili nel suo passaggio per la conquista di Napoli (1495), il quale ricordo è associato alla fuga di Cesare Borgia (duca Valentino^ allora cardinale, che, in apparenza legato di papa Alessandro VI, ed in realtà ostaggio del re, seppe così bene giuocare Sua Maestà Cristianissima, da fuggirsene nottetempo sulla groppa di arabo corsiero, che, in poche ore. lo ricondusse a Roma.
   Fuori della vicina porta Napoletana, a poca distanza, in una cappelletta della diruta chiesa di Santa Maria dell'Orto, scorgesi un bello affresco del principio del cinquecento, rappresentante il Crocefisso con la Madonna e San Giovanni ai lati,
   Ritornando indietro, a pochi passi dalla porta Napoletana, s'incontra la barriera di piazza Vittorio Emanuele, già denominata da Metabo, il leggendario re dei Volsci, dalla quale per breve tratto si va alfa stazione ferroviaria.