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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario dì Velletri 571
   Il Comune «li Norma sorge in vetta ad un alto eolie, in parecchi punti tagliato a picco, dal quale godesi un'estesa e bella veduta delle paludi routine. 11 suolo produce olio, biade, fave, grano, castagne e si alleva il bestiame.
   Coli, elett. Velletri — Dioc. Velletri — Pa ivi, T. a Cori e Str. ferr locale.
   Norba.
   Cenni storici. — La fondazione della città si fa risalire nientemeno che ad Ercole ed il nome è certamente volsco. Il suo nome ricorre nella lista data da Dionisio delle trenta città della Lega; e di nuovo in un altro passo ei la chiama espressamente città della nazione latina (DionisI v, GÌ; vii, 13; NikbghbI voi. 11). Par certo invero elle tutte le tre città di Cora, Norba e Setta fossero latine in origine e prima di cadere nelle mani dei Volsci. Il fatto clie Norba ricevè una nuova colonia nel 492 av. C. immediatamente dopo la conclusione della lega di Roma coi Latini, accenna alla necessità già sentita di fortificare una posizione di tanta importanza, qua e arx in Pompi ino esseti come dice Livio (11, 34). Ma sembra probabile che Norba, del pari che le città adiacenti di Cora e Setia, cadesse nelle mani dei Yolsci nell'ange della loro potenza e ricevesse una nuova colonia quando questa potenza fu infranta (NiEBuiiR, voi. 11, p. 108). Le tre città pare fossero semplici coloniae ìatinae, e 11011 città indipendenti e quando i loro vicini, i Piivernati, ne devastarono 1 territori, nel 327 av. C. Roma li punì per le loro incursioni.
   Altra menzione non occorre di Norba sino al periodo della seconda Guerra Punica 111 cui fu una delle diciotto colonie latine che nel 209 av. C. dichiararonsi pronte a sopportare i pesi continuati della guerra ed alla cui fedeltà Livio (xxvn, 10) attribuisce la preservazione dello Stato Romano. Pare fosse scelta, per la sua forte situazione appartata, quale uno dei luoghi in cui custodivansi gli ostaggi cartaginesi e fu per conseguenza implicata nella cospirazione servile del 198 av. C., di cui fu centro la vicina città di Setia 0 Sezze, come vedremo a suo luogo.
   Norba rappresentò una parte più importante durante le guerre civili fra Mario e Siila; occupata dai partigiani del primo, fu l'ultima città d'Italia che tenne fermo anche dopo la caduta di Preneste e la morte di Mario i'1 giovine nell'82 av. C. Cadde da ultimo nelle mani di Emilio Lepido, generale di Siila, ma la guarnigione uccise gli abitanti e se stessa, dopo di aver appiccato il fuoco alla città, la quale fu distrutta intieramente sì che i vincitori 11011 poterono portarsene alcun bottino (Apihano, li. C., 1, 91). Sembra certo che 11011 fu più riedificata. Strabene (v, p. 237) omette ogni notizia di essa, là dove parla di tutte le città che contornavano le paludi Pontine e quantunque Plinio faccia menzione dei Norlani tra i popoli del Lazio, in un altro passo annovera Norba tra le città intieramente scomparse a' suoi giorni (efr. II. N., 111, 5, 9, §§ G4, G8). La mancanza di ogni notizia successiva è confermata dagli avanzi esistenti, 1 quali spettano esclusivamente ai tempi anteriori all'età imperiale.
   Le rovine di Norba trovansi a breve distanza dall'odierna Norma. Consistono in avanzi notevolissimi dell'acropoli e delle mura ciclopiche che la difendevano. L'arce sorgeva su di una rupe isolata, forte per natura, che scende a picco dalla parte che guarda le paludi Pontine. Era di forma quadrata, con doppio ordine di mura. Vi si accede tuttora per un'antica porta, a fianco della quale sorge una costruzione ciclopica, di forma rotonda, simile ad un torrione, di notevole altezza. I muri sono alti enea 14 metri e presentano un aspetto più imponente di quelli di Segni. Circondano l'altura che vedesi essere stata artificialmente spianata e ridotta regolare e quadra; e vi si scorgon tuttora resti di costruzioni ciclopiche, forse spettanti a qualche sacro edifìzio.
   Una piccola cisterna, tracce di un acquedotto, ed alcune stanze sotterranee, od ipogei, ò quanto rimane dell'antica Norba, oltre gli avanzi dell'acropoli e delle sue