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Parte Terza — Italia Centrale
Per la sua forte posizione, dominante tutta la valle del Trero (ora Sacco) e l'ampia pianura fra essa e Preneste, Siglila doveva essere un punto della massima importanza pei Romani ed i Latini, principalmente per assicurare le loro comunicazioni con gli Ernici alleati.
Nel 340 av. C. i Signini presero parte alla defezione generale dei Latini; ma non abbiamo contezza della loro partecipazione alla guerra successiva coi Romani, nè delle condizioni con cui si sottomisero; sappiamo soltanto che Signia ridivenne (com'era stata probabilmente prima) una colonia latina e come tale è mentovata durante la seconda Guerra Punica. In quest'occasione fu una di quelle che continuarono a mantenersi fedeli a Roma, nel periodo più critico della guerra, e dovette perciò essere sempre in una florida condizione.
A cagione della sua forte ed appartata situazione noi la troviamo scelta fra le città 111 cui furono allogati per sicurezza gli ostaggi cartaginesi, ma è questa l'ultima menzione di essa nell'istoria, tranne che la battaglia di Sacriporto avvenne, al dir di Plutarco (Sulla, 28), presso Signia. Questa battaglia decisiva fu combattuta nella pianura fra Signia e Preneste. Essa però continuò coltamente, durante gli ultimi tempi della Repubblica e sotto l'Impero, ad essere una ragguardevole città municipale. Ricevette un nuovo corpo di coloni sotto il Triumvirato, ma è dubbio che conservasse il grado di colonia. Plinio non la considera come tale e, quantunque la si trovi qualificata Colonia Signina in alcune iscrizioni, essa è di dubbia autenticità (Lib. Colo»., p. 237; Giterato, Insrript., p. 490, ecc.).
Signia si distinse particolarmente sotto l'Impero Romano pei suoi vini i quali, quantunque austeri ed astringenti, erano pregiati per le loro qualità medicali, come abbiamo visto nel cenno sul territorio, citando Marziale, al quale voglionsi aggiungere qui Strabene, Plinio, Ateneo, Silio Italico e Celso (I)e Meck, iv, 5). I)i codesti vini facevasi grande consumo in Roma, del pan che delle pere di celebre qualità e dei vegetali eccellenti. Questi ultimi coltivavansi sopra una collina in vicinanza della città, detta .Vons Lepinus da Columella. certamente una delle propaggini delle montagne Volsche; ma non vi ha autorità per applicare il nome (come hanno fatto di frequente gli scrittori moderni) all'intiera catena dei Lepim,
Rovesciato dai Barbari l'Impero d'occidente, e costituitosi in seguito il ducato romano, Segni ne formò parte. Fu una delle prime città sulle quali i papi cominciarono ad esercitare il potere temporale; che anzi vi ripararono più volte quando (come non di rado succedeva a quei tempi) erano costretti a fuggire da li onta che non voleva acconciarsi al giogo teocratico. Eugenio III vi edificò un palazzo pontificio; Alessandro III vi canonizzò Tommaso arcivescovo di Cantorberv ; altri papi vi tennero alcuni coneilh.
La presenza frequente dei papi non impedì che il potere passasse a poco a poco nelle mani di una famiglia privata e infatti, fin dal secolo dodicesimo, i conti di Segni trovansi annoverati fra i più potenti baroni di quella regione. Questa famiglia che diede tre pontefici, il celebre Innocenzo III, Gregorio IX ed Alessandro IV, e che dal titolo di conti derivò forse il nome di Conti, vuoisi discendesse dall imperatore Augusto e secondo altri dalla famiglia Trasmondi. I suoi membri intitolaronsi anche conti d'Anagni e di Vahnontone; e, secondo alcuni, i conti di Tusculo furono un ramo di essa. Quantunque esercitassero da lungo tempo la loro autorità in Segni, sembra ne acquistassero il dominio legale, soltanto nel 1353, per dedizione della città. Estinta, sotto Paolo 111, la linea maschile e non rimanendo che una femmina, sposata a Mario Sforza, lo stesso Paolo III confermò il feudo nella famiglia Sforza.
Nella guerra fra Paolo IV e Filippo li di Spagna, Marcantonio Colonna, sotto gli ordini del Duca d'Alba, vinte ch'ebbe con la fanteria spaglinola le truppe pontificie, mosse contro Segni che, allo scoppio delle ostilità, era stata validamente rinforzata. Aperta il 15 agosto del 1557 la breccia nelle mura, gli Spaguuoli diedero l'assalto e