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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario dì Velletri 571
   L'incantevole od imponente paesaggio delle paludi l'olitine poco o nulla lia mutato dai tempi antichi, come ne fa fede, la briosa e fedele descrizione lasciatacene da Orazio (Sat,, 1,5) descrivendo il suo viaggio da ltoma a Brindili.
   Inde Forum Appi Di/fertum matti*, cauponihus aìtjtte maliynis. Hoc iter ignari dirisiwus, aitili* tic itos Traccinctis unum: inailis est tjrtiris Appia Itirdis. ilic ego propter iiquum, quoti crai deterrima, ventri Indico belluin, coenantcs hauti animo aequo Krpectans coinites. Inni nox imhictre terris Umbras et caeìo di/j'undere signa para bai.
   Tieni pueri uaiitis, putrì conricia miutae hujerere. « Uue appelie, Trecentos inseris; ohe latn satis est ». Du»t aes exigtlur tltiiu mula hgatur Tota abit horn. Mali culices r ti nacque pulustrcs Avcrtunt soinnos. Abseiitein cantal umicaui
   , , . quarta mix dtmtim exponimur hora Ora metnusque luti laeimm Feronia lympjia.
   La via era dunque come oggi. Da Ariccia a Velletri, indi a Cisterna, la stazione antica ad sponsus, come a suo luogo dicemmo.
   Oltrepassata Cisterna entrasi uel vasto piano Pontino e, la via, che sinora era irregolare e tortuosa, diviene diritta, quasi un interminabile nastro bianco attraverso le verdi praterie, sino a Terracina. Oggi l'Appia è poco frequentata e la percorrono solo carri di biade, fieno e di altri prodotti delle paludi. L'aspetto di questa regione impressiona vivamente il forestiero, che si aspetta di trovare una zona di terreno deserta e malinconica ed invece trovasi innanzi ad una verdeggiante pianura, smaltata di margherite e di fiori palustri, ove alla malaria 11011 si penserebbe nemmeno, se non ci si accorgesse subito della mancanza dell'uomo.
   Dai monti Lepini, al mare tutta la pianura è ricoperta di rigogliosa vegetazione, e di ubertosi pascoli pei quali vagano liberi gli armenti. Una fitta rete di canali raccoglie le acque piovane e quelle che sgorgano dalle radici dei monti.
   Dopo Cisterna incontrasi Treponti (l'antico Tripontium), grande e bella stazione dell'Appia, ove facevano sosta le diligenze che percorrevano il tratto da Velletri a Terracina, e viceversa. La stazione attesta la magnificenza e la grandiosità delle opere di restauro, fatte all'antica Appia, sotto il pontificato di l'io VI. Annessa al casamento, ove sono le scuderie e le stalle, è una spaziosa e bella chiesa con 1111 convento.
   Dell'antica Tripontium, pure stazione dell'Appi» sotto i Domani, non rimangono vestigia visibili e solo nella piazza, davanti alla chiesa, veggonsi quattro colonne di calcare, con iscrizioni che segnavano le miglia dell'Appia e spettanti ai restauri eseguiti sotto gii imperatori Nerva e Valerio Costantino. 11 silenzio profondo è rotto di tanto in tanto dal gracchiare dei corvi, o dal muggito degli armenti. Di faccia a Treponti ergonsi sui Lepini, Sermoneta, coronata dal castello baronale, Norma, Cori e Sezze, più a sud.
   Dopo Treponti può dirsi davvero ili entrare nel regno delle acque! L'Appia offre sempre maggiori testimonianze dei grandi lavori di Pio VI. Ponti, arginature, colonne miliari, recano stemmi o il nome di questo papa. La via è fiancheggiata da magnifici alberi, di guisa che l'Appia può assomigliarsi ad tra ampio viale di un parco. A sinistra scorre il canale di navigazione (l'antica fossa Cethegi) che giunge sin presso Terracina. 11 canale è alimentato dal fiume Ninfa e serve pel trasporto dei prodotti delle terre tra le quali scorre; grano, avena, formentone, fieno e paglia che caricansi su zattere alle quali dànno li nome di sandali, e sono tirate, a rimorchio, da cavalli o da asini.
   A Treponti succede Forappio (Forum Appii) quasi sotto Sezze e donde distaccasi la via che conduce a questa città. Vi è un bel caseggiato ed un'osteria, dove fermava per lo innanzi la diligenza che faceva il servizio postale. Vi si trova buon vino che compensa la pessima acqua grassa e verdastra, lamentata anche da Orazio. Anticamente, quando il livello delle paludi era più alto dell'odierno, le acque ricoprivano l'Appia, ed era allora mestieri il continuare il viaggio in barca, percorrendo il canale che fiancheggia la via. A Forappio si imbarcò il poeta, e quanto egli descrive corrisponde ancora per la
   71 — I.il l»iilrt«J voi. ili.