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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondano di Velletri
   Kig. 241» — Terracina: Sostruzioni del tempio di Gio\e Anxure (da fotografia).
   e i Romani, sotto Q. Fabio, e dove finalmente si appostò Miiineio nella seconda Guerra Punica, per impedire ad Annibale di entrare nel Lazio dalla Campania per la via Appia e marciar contro Roma (Lift, xxu, 15).
   Sotto la Repubblica romana Terracina continuò ad essere una città florida e ragguardevole. Cicerone ne parla più volte come di luogo usuale di sosta lungo la via Appia, e per la medesima ragione è ricordata da Orazio nel suo famoso viaggio a Brindisi.
   Allo scoppio della guerra civile fra Cesare e Pompeo, Terracina fu occupata da quest'ultimo, con tre coorti, sotto il pretore Rutilio Lupo, le quali coorti l'abbandonarono però quando Pompeo si ritirò a Brìndisi (Ces., B. C. 1, 24). E di nuovo, durante l'altra guerra civile fra Vespasiano e Vitellio, Tarracina fu considerata evidentemente quale un posto importante sotto l'aspetto militare ed occupata dai partitanti di Vespasiano, ai quali fu però strappata da L. Vitelli»), poco prima della morte di suo fratello (Tac., IIiM, ni, 57, 7G, 77). A Terracina fu accolto il convoglio funebre di Germanico da suo cugino Druso e dai personaggi principali di Roma. Le adiacenze par fossero, sotto l'Impero, popolate di ville: l'imperatore Domiziano ve ne aveva una, e in un'altra, sulla strada a Fondi, nacque l'imperatore Galba.
   Oltre i vantaggi naturali della situazione eranvi nelle vicinanze sorgenti minerali, esistenti tuttora, le quali par fossero assai frequentate.
   Nel 409 dell'era nostra Terracina fu saccheggiata da Alarico e nel 595 saccheggiata ed occupata dai Saraceni. Propugnacolo importante durante il dominio dei Goti, fu nell'S72 assoggettata da papa Giovanni Vili alla Chiesa ed ebbe incessanti privilegi e favori: Onorio III riunì alla sua sede vescovile quelle di Piperno e di Sezze.
   Nel 1494 vi morì ili morte violenta Zizim, fratello del sultano Bajazette II, ch'era stato consegnato da papa Alessandro VI a Carlo VII! avviato alla conquista di Napoli. Nel 1798 essendo rimasto ucciso dagli insorti Terracinesi un comandante francese, il generale Lemoine, mosse contro la città e dopo di essersene impadronito, ITI agosto l'abbandonò al saccheggio.