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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Terza — Italia Centrale
   Terracina — V Anxur dei Volsci, la Traditila dei Greci e la Tarracina dei Romani — giace in fondo al golfo del sito nome, all'estremità delle pallidi Pontine, alla base della estrema punta sud dei monti Ansonii, che si avanzano là così precipiti nel Tirreno da lasciare appena adito alla continuazione della Via Appia, la (piale fu dovuta tagliare a scalpello nella roccia, nel 442 av. C., dal censore Appio Claudio; la porzione, rimasta staccata pel taglio della roccia, ergesi, simile ad una colonna, all'altezza di 15 metri ed addiinandasi Pesco Montano.
   Porzione della città, detta Superiore, è situata sul monte e un'altra porzione, il Borgo, lungo la marina. Il Borgo, cominciato da Pio VI che vi costruì la dogana, la caserma e l'ospedale, è frequentato nella state da numerosi bagnanti, e in esso ha sede un circolo ragguardevole, abbellito da dipinti dei più valenti pittori romani. Lo stesso Pio VI vi lasciò un palazzo che gode di uno dei più bei panorama di queste coste d'Italia, ricordo memorabile de' suoi sforzi immani per sanare le paludi Pontine. Sulla spiaggia scorgonsi le rovine dell'antico porto, il (piale dovette esser sempre artificiale in gran parte, quan-tunrpie 1 esistenza di un porto regolare a Terracina sia ricordata da Livio (xxvn, 4) sin dal 210 av. C. Esso fu successivamente ampliato e ricostruito sotto l'Impero, probabilmente da Trajano, e di nuovo restaurato da Antonino Pio. I suoi avanzi sono sempre visibili distintamente e l'intiero circuito dell'antico bacino, circondato da un molo massiccio, si possono rintracciare chiaramente, sebbene la maggior parte di esso sia ora interrato. Annesso ad esso è il porto moderno.
   Rimangono anche porzioni ragguardevoli delle antiche niura, costruite parte in stile poligonale e parte nello stile più recente, noto ai Romani sotto il nome di opus incertum. Parecchie tombe antiche e rovine di vani edilizi di data romana esistono sempre nella città moderna e lungo la linea della Via Appia.
   In cima all'attiguo monte Sant'Angelo, alto più di 200 metri, e a cui si arriva in men di un'ora dalla via Appia. fra avanzi ragguardevoli di mura pelasgiche ed alcuni serbatoi antichi per l'acqua della volsca Anxur, trovami gli avanzi per lo innanzi creduti del sontuoso palazzo di Teodorico, formati da una linea di archi di 150 metri che gli servivano ili base. In seguito a recentissimi scavi, ivi praticati, si è potuto stabilire che detti avanzi altro non sono se non le sostruzioni (lei famoso tempio di Giove Anxure (fig. 241), del quale è stata riconosciuta l'intera cella e parte del pronao e dello stilobate.
   Da questi avanzi al sommo del monte si domina nn'estensione immensa: da un lato l'ampio seno di Fondi, il lago Malsano, le pianure seminative, sparse di macchie, poi Sperlonga, Gaeta, il Vesuvio : ili faccia il Tirreno e le isole di Ponza; a destra la curva ili monte Leano; a ovest e sud-ovest campi e pianure coltivate; in fondo il maestoso Circeo sporgente nella marina. Di sotto tutta la nuova Terracina con le sue belle fabbriche, la cupoletta della chiesa, il semicerchio, la piazza Vittorio Emanuele, ricca di palme e di marmi antichi, ed il molo.
   Ben avevan ragione i poeti romani di celebrare l'antica Anxur, fra i quali Orazio: Impositum saxis late candentibiis Anxur.
   E Stazio:
   Arcesque superiti Anxuris.
   E Marziale:
   O imam, o fontes, aolidianque madentis arenae Litus, et aequoreis splendidus Anxur aquis.
   E con non minor ragione un nostro grande e compianto poeta italiano:
   Ultima ver lo ciel (le le sultane Oman le nere chiome, ella si posa
   Mira là in fonilo Terracina. Quale Un boschetto ili palme in su la testa ;
   A' «li festivi ili Muran le belle Siede su rupe candida ; lavacro
   D'una piumetta tremula di vetro Fa del Tirreno ai piedi.....