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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Circondario di Viterbo
   001
   Questa giogaia verdeggiante, dominata dal cono del Cimino, pare, fosse coperta tutta anticamente — coni è ora in parte da lina fìtta selva detta Silva Cimimi (Ci mi un* Salhtg, Flou., 1, 17), la quale, al dire di Livio (tx 30-39), era considerata dagli antichi Romani con noli minor terrore della famosa selva krcinia ai tempi dello storico: ih modo che quando, nel :SI<) av. C., il console Q. Fabio Massimo vi si appressi» con mi «errilo romano, il Senato sgomento gli mandò ordini perento]ii; ma il duce invitto aveva già, (piando gli giunse il divieto, traversato con lo sue coorti Questa selva selvaggia ed aspra e forte
   ed aveva potuto contemplare dall'alto del Cimino le pingui campagne delpMrmia:
   Sovra le congiunte ville 1 Calò Gradivo poi, piantando i segni
   Dal superato Cimino a gran passi , Fieri di Roma.
   (C utut'CCI, Alta fonie del Clilnmno).
   Le espressioni di Livio sono però esagerate sicuramente quantunque la. foresta potesse presentare un ostacolo formidabile ad un esercito invasore, è impossibile clic non fosse attraversata da mercatanti e altri pacifici viaggiatori del pari che dagli eserciti degli stessi Etruschi nella loro marcia a Sutrium o mitri, nelle guerre precedenti.
   U gruppo cimiiiico si possono assegnare i confini seguenti: a nord il torrente Vezza, a est il Tevere, a sud-est il Treia, a nord-ovest la Marta sino alla metà circa del suo corso, a ovest i monti tracimici della Tolfa e a sud il gruppo dei monti Sabatini. La catena è ben lungi da presentare un crinale regolare e continuato, per essere le varie masse o nuclei di monti onde si compone, separati da valichi di moderatissima elevazione. A traverso uno di essi, ed a poco più di 3 chilonieti i circa a ovest del lago Cimino, passava l'antica via Cassia, da Sutri al Forum Cassii (Santa Maria di Forcassi, presso Vetralla): la moderna strada nazionale da Roma a Firenze stile repente le alture sopra Ronfigliene e costeggia il bacino del lago a est. La via Ciminia, di cui si trova menzione in un'iscrizione del tempo di Adriano (Quelli! Inscr., 3306) probabilmente seguiva a un dipresso la medesima direzione.
   Il cono del monte Cimino, cospicuo da Roma e da tutta la regione adiacente, plinto Culminante del gruppo vulcanico a cui dà il nome, è alto 1050 metri e vi si può salire per tre itinerari dei quali è da preferi® quello da Viterbo. Sul culmine supremo ergesi una torricella quadrata, uno dei punti trigonometrici della regione. < Arrampicandosi su quella eminenza, dice la Guida dell'Abbate, si gode di un panorama d'incantevole bellezza. Girando lo sguardo da nord a sud si vedono disegnarsi sul lontano orizzonte i monti dell'Umbria e della Toscana, la piramide di Radi cofani le lacinie dell'Annata, la catena dei monti di Castro, l'Argentario, la marina d'Or-betello, e la maremma romana fino al gruppo, dei Ceriti. Più vicino, Moliteliascone, il lago di Bolsena, coi paeselli di Valentino, Latera, Grotte di Castro e Toscanella; più dappresso ancora Boinarzo, Grotte Santo Stefano, Mugliano, Vitorchiano e la ridente pianura viterbese, seminata di casolari risplendenti fra vigne ed oliveti, in mezzo alla quale appare Viterbo;, dominata da una selva di torri, cupole e campanili. Sul v ersante orientale si vedono lungi le alte vette dell'Apeinuno centrale e più innanzi i monti ondulati della Sabina e del Lazio fino ai più vicini contrafforti che scendono digradando nella vallata del Tevere j.
   Idrografia. — Il lago Cimino (Ciminus Lacus) ora lago di Vico, è situato nel cuore della montagna a cui il nome di monte Cimino più propriamente appartiene; la depressione profonda in forma, di bacino ili cui è formato rappresenta il cratere di un vulcano estinto od un cratere di sprofondamento. Una leggenda ricordata da Servio (ad Fu., I. c.) attribuiva la sua formazione ad Ercole, mentre un'altra, simile a quelle intorno ai laghi Albano e Fucino, lo rappresentava come occupante l'area di una città detta Succumum o Succinium, che dicevasi inghiottita da un treinuoto (Amm. Marc.,