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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   50-2
   Parte Terza — Italia Centrale
   xvn, 7, § 13). Sappiamo fla Strahone e da Columella che abbondava ili pesci e di uccelli acquatici.
   Il lago di Vico ha un perimetro di 18 chilometri circa, 1200 ettari di superficie, una profondità non ben determinata, un'altitudine dal livello del mare di 507 metri ed è di forma quadrangolare. Le suo acque non scolavano anticamente che traboccando dagli orli del cratere, inondando spesso e devastando le soggiacenti contrade. Uno dei figli di papa l'aolo III (Farnese), duca (li Castro e di Ronciglione, fece scavare un canale sotterraneo, od emissario, che conduce in un vallone vicino le acque abbondanti, formando il Riocauo o rio Vicano (rio di Vico), il quali dà una ragguardevole forza motrice. 11 corso di codesto rio, ora sotto una bella selva ed ora lungo un letto roccioso, offre pittoresche vedute e favorisce la prosperità industriale della regione.
   Nel lato nord, sopra una specie di promontorio, ergesi, vagamente boscoso, monte Venere (883 m.) su cui vuoisi sorgesse un tempio alla Dea degli amori; a ovest, monte Fogliano (963 in.) e a sud il poggio Cavaliere (G07 in.), là dove la strada nazionale, proveniente da Ronciglione, piega, presso il suddetto emissario, a nord-nord-est costeggiando il lago. Il quale derivò il nome odierno di Vico dalla città romana di Vicus Elbii che sorgeva sulla sua sponda e la cui giacitura vuoisi fosse un po' più oltre l'emissario ov'è ora un villaggetto. Altri dice fosse la mentovata Succinhim e riferiscono scrittori antichi che quando le acque del lago erano trasparenti, scorge-vansi in fondo le rovine della città sommersa; una strada mulattiera circuisce il lago, e, seguitandola, si può ascendere ad uno dei tre monti sunnnentovati.
   Ben più grande ed importante di quel di Vico è l'altro lago del circondario di Viterbo, il lago di liolsena, le cui sponde amene, ora a colline, ora pianeggianti, qua selvose, là ben coltivate, sono sparse di pittoreschi paesi e dalle cui acque sorgono due isole graziose: la Mariana, residuo di un cono eruttivo, e la Bisentina, residuo di un sistema eruttivo sventrato.
   11 lago di Bolsena è il lacus Volsiniensis degli antichi, nell'Etriii'ia, inferiore appena per ampiezza al Trasimeno. Derivò il nome dalla città di Voi si ni i (Bolsena), ma fu anche chiamato lacus Tarquinensis per essere il suo lato occidentale contiguo al territorio di Tarquinii (Corneto Tarquinia), che abbiamo già descritto nel circondario di Civitavecchia. Nonostante la sua ampiezza, esso mostrasi, per la natura delle colline e delle roccie circostanti, coinè il cratere di un vulcano estinto (I)ennis, Cities and Cemeteries of Finirla, voi. ì, p. 514). Abbondava di pesce e le sue sponde vestite di giuncheti erano popolate di uccelli acquati® dei «quali, come dei pesci rifornivansi i mercati di Roma (Stoab., v, p. 226; Colum., viu, 16). Delle suddette due isole, come del lago stesso gli antichi narravano cose sorprendenti. Dicevasi che non di rado cambiavano forma e in un'occasione, durante la seconda Guerra l'unica, le acque dicesi fossero iniettate di sangue: Vulsiniis sanguine lacus manasse (Liv., xxvn, 23). Le sponde erano notevoli per le loro cave di pietra.
   Situato a 305 metri dal livello del mare, il lago di Bolsena, di forma quasi rotonda, ha un perimetro di 3S chilometri ed è il maggiore e il piti bello dei laghi vulcanici, a nord di Roma. Le sue acque sono poco fonde presso le sponde vestite di canne e di giunchi ed animate da molti uccelli acqnatici; masi approfondano nel mezzo. E un prodotto dello sfasciamento dei vulcani valsimi ed abbonda di lucci, gamberi, ecc., ma principalmente di grosse anguille di cui era sì ghiotto papa Martino IV che l'Alighieri ebbe a dir di lui, nel xxiv del Purgatorio, cli'ei
   Purga per digiuno Le anguille di Bolsena ili la vernaccia,
   costumando mangiarle affogate nel vino bianco, dolce insieme e generoso, detto Vernaccia.