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Parte Terza — Italia Centrale
MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI VITERBO
APPARTENENTI AL DISTRETTO MILITARE DI ORVIETO
Mandamento di VITERBO (comprende 5 Cornimi con una popolazione residente di 28,018 abitanti, censita al 31 dicembre 1881). — Territorio fertile in clima mite e salubre. Oltre l'agricoltura e la pastorizia, molte e variate industrie. Cave di tracliite, detta peperino, di tufo, di lava basaltica, e acque minerali per bagno e per bevanda.
Viterbo (19,941 ab.). — Cenni storici. Non si conosce l'origine di Viterbo, città delle Ielle fontane e delle belle donne, il cui nome sembra derivi da Vetns nrbs, Veturbium, Viterbinm. Si crede sorta, verso il secolo VII, sugli avanzi di un innominato pago etrusco-romano, che allora esisteva sullo spianato di un colle, ove oggi si eleva la cattedrale di San Lorenzo. Situata presso la via Cassia, ai confini del ducato romano, allora dipendente dagli imperatori greci e dai duchi longobardi. fu occupata da Desiderio, clie la munì. Carlo Magno la donò poi ad Adriano, e da allora il castello di Viterbo crebbe in modo rapido e meraviglioso. Verso il secolo X era già circondato da borghi, che formarono il nucleo della moderna città.
Ai primi albori del risorgimento dei Comuni italiani si levò a municipio indipendente, creò consoli, e fortificò di mura i suoi borghi. Nel 1135, Eugenio III, fuggendo le ire di Roma, vi trapiantò la sede papale; donde ebbero origine le guerre e le inimicizie fra Romani e Viterbesi, le quali durarono oltre tre secoli. Nel 1167 Viterbo fu innalzata all'onore di città da Federico 1 Barbarossa, titolo Confermato nel 1193 da Celestino III, che la eresse anche a sede vescovile.
Nel 1207, celebrandosi da Innocenzo III un solenne consiglio in Viterbo, composto di tutti i consoli e baroni della Tuscia, fu questa città posta a capo del patrimonio di San Pietro. Andò sempre tanto fiorendo, che nel secolo XIV i suoi abitanti ammontavano a 60,000. Nominalmente dipese da imperatori e papi; ma si resse sempre a governo libero, sebbene talvolta ne abbia subito la signoria. Nel 1243 sostenne un assedio contro Federico II, che non riuscì ad impossessarsene. Da itilora rimase quasi sempre fedele a parte guelfa.
I papi vi risiederono lungamente; nel 1272 ebbe luogo in questa città il primo conclave nella forma attuale, quando, per vincere le lunghe esitanze dei cardinali, questi vennero rinchiusi nel palazzo papàie, ora episcopale, poi messi a razione di vitto, e finalmente esposti alle intemperie, mediante lo scoprimento del tetto.
Allorché i pontefici trasferironsi in Avignone, Viterbo si resse da sè sotto il governo della famiglia Vico, poi dei Gatti, favoriti dai Colonna, e dei Maganzesi, favoriti dagli Orsini, cosicché secondo che vincevano or gli uni or gli altri, Viterbo soggiaceva ad incendi e stragi. Nel 1355 ritornò sotto il governo dei papi e \i durò fino al 1870, tolto il breve intervallo del governo francese, al principio del secolo, in cui fu capoluogo del dipartimento repubblicano del Cimino.
Viterbo siede alle estreme falde occidentali dei Cìmini, attraversata nel mezzo dal fiu-niicello Urcionio, in bella e ben coltivata pianura. Da un lato della città sorge il Cimino, detto perciò anche monte di Viterbo, e dall'altro stendonsi pianure che giungono sino alla marina di Montalto. E lontana 75 chilometri da Roma, sulla via nazionale Cassia che va a Firenze, ma è anche riunita direttamente alla capitale dalla ferrovia che passa per Orte, ed entro il 1894 vi sarà riunita auche più direttamente per la nuova linea che tocca Bracciano. L'abitato è rinchiuso in una cinta di mura merlate con torri niedieviche, di una circonferenza di 5 chilometri ed ha sei porte, quattro delle quali, la Fiorentina, la