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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Viterbo (J()l
   di 49 e fanghi; la sulfurea della Cruciata, di 51 e fanghi c la Magnesiaca di 32 in piccola quantità. Una quarta sorgente, detta della Milza, sgorga a poca distanza dalle suddette ed è un'acqua salino-gassosa, carica di sali di soda, calce o acido carbonico libero, alla temperatura di 23 e leggermente purgante.
   Lo stabilimento balueano di Viterbo ha trenta vasche marmoreo, cinque doccio, una piscina e camerette per gli ammalati. Per bere a tavola si fa spesso uso della ferruginosa Acqua Rossa che sgorga ad un'ora e nu quarto di distanza dalle rovine dell'antica Ferenium. I medici romani sogliono mandare a queste aeque principalmente gli affetti da malattie cutanee e ì convalescenti delle febbri malariche, ed ordinano le acque per bagno, per doccia e per bevanda.
   Bagnaja (2S41 ab.). — Cenni storici. Fu detta anticamente Balnearia e vuoisi costruita dai fuggiaschi dei bagni di Pian di Viterbo, nel secolo IL Appartenne in prima alla città di Viterbo che la diede in feudo al Vescovato viterbese, finché nel 1265 fu eretta a Comune.
   Deriva il nome di Bagnaja dalle terme antiche, di cui veggonsi ancora gli avanzi e dalle acque abbondanti che lo bagnano. Bella fontana, su disegno del Tignola, nella piazza e freschi notevoli nel palazzo Comunale. Merita una visita la celebre villa Lante, già Montalto (fìgg. 251-255), d'imponente architettura, incominciata dal cardinale Mario e terminala dal cardinale Gainbara, vescovo di Viterbo, su disegno del suddetto Vignala. Vi si ammirano giuochi d'acqua, artificiali, e variati, belle fontane, viali ombrosi ed ai lati del giardino sorgono due leggiadri giardini di ugual disegno. Sulla sommità della montagna soprastante sta il Mcnicaiore, enorme masso di roccia, in bilico. Vino e castagne; cave di peperino e pozzolana; fabbriche di laterizi.
   Coli, elett, Viterbo — Dioc. Viterbo — P2 T. a Viterbo.
   Grotte Santo Stefano (1477 ab.). — Cenni storici. Vuoisi che il paese abbia avuto origine, dalla distruzione dell'antica Ferentinum o Ferenfum, città dell'Etl'uria, situata a nord del gruppo del Cimino, a circa otto chilometri ihd Tevere e ad altrettanti da Viterbo. Fon è ricordata nell'istoria durante il periodo dell'indipendenza etrusea e deve essere stata probabilmente allora una mera dipendenza di Volsinii o Bolsena. Strabone (v. p. 226) ne parla come di una delle più piccole città dell'interno del-rEtruria, ma noi apprendiamo da altre autorità, del pari che dagli avanzi esistenti, che doveva essere a' tempi suoi una florida città municipale: Vitruvio (n, 7, § 4) parla dell'ottima qualità della pietra che trovavasi nelle sue vicinanze, delle statue numerose e di altri monumenti di essa pietra che ornavano la città stessa.
   Come la più parte delle città dell'Etruria, Ferente aveva ricevuto una colonia romana prima del termine della Repubblica ed acquistò una certa celebrità per aver dato i natali all'imperatore Ottone che era dì una nobile ed antica famiglia etnisca. Sappiamo anche da Tacito (Ann., xv, 53) che possedeva un antico celebre tempio della Fortuna, ossia probabilmente della dea etnisca Nursia o Nortia. Tutte queste circostanze ne attestano l'importanza sotto l'impero romano e noi la troviamo infatti qualificata, in un'iscrizione, civitas splendidissima Ferentinensium.
   Pare sopravvivesse alla caduta dell'impero e conservasse la sede episcopale sino al 1014, in cui fu assalita e distrutta, come eretica, dai Viterbesi in una fazione religiosa nata da ciò che i Ferentini rappresentavano il Crocefisso con gli occhi aperti, mentre dovevano esser chiusi.
   Il sito è ora disabitato, ma porta sempre il nome di Ferento evi si va da Viterbo per una via mulattiera, lunga 9 chilometri e da Bagnorea per una via più breve. Fra le vaste rovine etnische, romane e medieviche è notevole sopratutto il tea'ro, uno dei meglio conservati in Italia. La scena, o il proscenio, è particolarmente meritevole di attenzione;