Miimhimeuti o Comuni del Circondario di Viiorim
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rinnovassero lo loro amichevoli relazioni con Rotila, lo (piali continuarono ininterrotto per oltre- (10 anni, lincile nel 29;ì av. 0. noi li troviaiu di nuovo implicati nella, guerra generale degli Etruschi contro Roma» Furo» però sottomessi prontamente dal con soli1 Carvi I io, e quantunque non ottenessero allora che una tregua.per un anno, pare clfessa adducesse poi una pace permanenti (Liv., vii, Hi, 17, ecc.; Dioc»., xvi, 111).
Noi non conosciamo le condizioni di codesta paco, ni le relazioni di Kalerii con IIonia e non comprendiamo all'atto la circostanza che, dopo il termine della prima Guerra l'unica, nel 211 av. 0„ lungo tempo dopo la sottomissione del rimanente deH'Etruria e (piandola potenza romana era assodata in tutta la penisola, i Pulisci osarono sfidar ila soli le armi della Repubblica. Com'era da aspettarsi, la lotta fu breve; nonostante la sua forza di resistenza la città fu espugnata in sei giorni e per punire la loro ribellione ed impedire tentativi consimili, in avvenire, gli abitanti fiiron costretti ad abbandonare la loro città antica (Falevinm Velus) in situazione fortissima e a costruirne una nuova (l'ai cri imi Novum o Colonia Faliscorum) in un luogo di più facile accesso (Liv., EpUM xix ; Poi,in., i, 63; Zona»., vili, 18; limi or., », 28).
Codesta circostanza, mentovata sol da Zonara, è importante come quella, che dimostra qualmente le esistenti rovine a Santa Maria di Falleri non possano occupare il luogo dell'antica città etnisca la cui situazione vuoisi altrove. Le poche notizie storiche successive devono perciò riferirsi a questa seconda, o romana, Palei li, ove fu stabilita dai Triumviri una colonia che prese il titolo ili Colonia Junonia Faliscorum o Colonia Falisca (Pi,® ni, 5, s. 8; Lib. Colon., p. 217).
Non pare però che acquistasse mai molta importanza e ignoto è il periodo della sua decadenza compiuta. Nel medioevo perù i vantaggi e la-sicurezza della sua forte situazione attrassero di nuovo una popolazione al luogo primitivo ; e di tal modo crebbe una città nuova sulle rov ine dell'etnisca Falerii, la quale prese da ultimo il nome di Civita Castellana.
Il nome di Civita Castellana derivò dall'antico dominio su varie castella. Sul principio del secolo XII si arrese a Pasquale II e ilei secolo successivo Innocenzo II vi tenne nn Congresso con Federico II. Nel 1377 Gregorio XI la diede ai Savelli che la tennero per molto tempo. Sullo scorcio del secolo XV Sisto IV ne nominò castellano Rodrigo Borgia, il quale salito al trono pontificio col nome di Alessandro VI vi fece costruir la fortezza. Presso Civita Castellana avvenne, il 4 dicembre 1798, un combattimento tra i Francesi, sotto il coniando di Macdonald, che riuscirono vincitori, e le truppe napoletane capitanate dal generale Mack.
Civita Castellana siede sopra un pianoro ondulato, di rosso tufo vulcanico, circondata da tre lati da burroni profondi e bagnata dai due ni Vicone e Maggiore, che formano poco lungi la Treia. la quale va dopo circa sei chilometri a scaricarsi nel Tevere. La città è accessibile a sud mediante una spianata, a nord per mezzo di un magnìfico ponte, alto più di 50 metri e fatto costruire nel 1712 dal cardinale Imperiali e ad ovest col mezzo della Flaminia.
La città è quasi tutta in piano, con vie larghe e l'ampia piazza è ornata di una graziosa fontana. Da un lato ergesi il palazzo Municipale, fatto edificare da Leone X (il quale credeva erroneamente con altri che ivi fosse l'antica Vejo, ora accertata ad Isola Farnese). Nella parte sud della città è il grandioso palazzo della famiglia Alidi ostila di Roma e nella parte ovest, l'antica e salda rocca, fatta costruire nel 1494 da papa Borgia, in forma pentagonale e con tre baluardi, rocca detta la Bastiglia politica di Roma. In mezzo ad essa Giulio II fece innalzare, nel 1512, dal Sangallo, il maschio, in forma ettagona e i dipinti nei soffitti son degli Zuccari. La storia della rocca si manette a quella di Cesare Borgia che vi dimorò ed ora serve di prigione. Superba veduta dei suddetti profondi burroni che isolano la cittadella dalla valle del Tevere, coi meandri del fiume, del Soratte, della Campagna romana e dei monti lontani.