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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mamliimeiili e Comuni del Circondario di Viterbo
   Nel luogo (lotto Celle, a 1111 chilometro a nord di Civita Castellana, oltre i Cappuccini, per ricerche ordinate dal Ministero dell'istruzione pubblica, furono «aperti nel 1886 alcuni ruderi di ini tempio d'ordine tuscanico che vuoisi il tempio rinomato di Gitimme, eretto dagli Argivi nell'antica città etnisca e conservato poi dai lìomani.Ne parla Ovidio nell'elegia xiu del libro ni degli Amori e, descrivendo le feste che vi si celebravano, dice: Pif/icilis clivii via p ni eh et iter, per dimostrare che il tempio sorgeva sopra 1111 colle di accesso malagevole.
   La seconda Fulcri 0 Valeriunt Novuni — fondata dai Keniani, dopo la distruzione di Fulerium \rctus, e detta ancia4 Jun onici Falisca — sta a circa cinque chilometri a ovest di Civita Castellana in 1111 luogo detto Santa Maria di Falleri.
   Lasciando Civita Castellana, la strada segue per breve tratto la Flaminia che va a Horglietto e piega poi a sinistra, a traverso una regione vagamente alberata. Per chi va a piedi, a diporto, la strada diretta dal suddetto ponte 'l'errano è la migliore. Essa passa vk'ino ad una Tomba, interessantissima,in una cavità a destra con un portico di tre grandi arcate, 1111 ardito cornicione in muratura, modanature ed ornati architettonici di carattere romano; vicino ad essa è un gruppo di altre tombe con porticati, una delle quali ha un'iscrizione latina dimostrante che, se queste tombe erano etnische iu origine, furono poi convertite dai Romani a loro proprio uso. Si prende la via diretta dalla porta alla vòlta di Xepi da cui 1111 sentiero scende al rio Maggiore, traversato il quale sul ponte 'l'errano, la strada corre parallela all'acquidotto suddetto e al torrente Miccino, a destra, che attraversa a 1111 po' pili di un chilometro prima di giungere a Santa Maria di Falleri e conduce alla porta orientale dell'antica Faleria.
   La pianta della città è quasi triangolare e l'angolo ovest si arrotonda ex abrirpto. Le sue mura offrono uno dei più straordinarii modelli esistenti dell'antica architettura militare. Sou costruite coH'ordinario tufo vulcanico del paese e sono ancora pressoché intiere, difese da torri quadrilatere a distanze uguali e straordinariamente solide nella loro costruzione.
   Avvicinandosi alla città, da Civita Castellana, si arriva in prima al lato orientale, dove ima tomba romana, sopra ima base quadrata, fuor delle mura, forma un monumento notevole. Una delle porte principali è vicina a codesto luogo e più oltre nell'angolo nord-est, ve ne ha un altra con una torre sulla sua sinistra. Questa linea orientale di mura ha 11 torri, più 0 meno ben conservate. La linea settentrionale ha 17 torri pressoché intiere, e in mezzo alla linea apresi una piccola porta arcuata, conservatissinia. In questo luogo veggonsi vestigia del pavimento antico e parecchie tombe romane, una delle quali a piramide.
   All'apice occidentale del triangolo è una bella porta massiccia, alta più di 5 metri, con 1111 arco compost o di 19 massi, fiancheggiato da torri e detta porta di Giove (fig. 256), da una testa sulla centina, clic si suppone di Giove. Le mura compongonsi qui di quindici file di pietre e sono alte più di 9 metri. Il lato sud era difeso dal borro profondo in cui scorre il predetto Miccino, detto anche A ce/ua forte, per raggiungere il rio Maggiore e la Treja. Le mura e le torri hanno sofferto più che negli altri lati della città, ma le tre porte son sempre rintracciabili. Una di esse, presso l'angolo sud-est, chiamasi porta del Bove, dalla testa di un bove sulla centina; l'altezza delle mura è qui di 16 metri ed alcuni dei massi hanno la lunghezza di quasi 2 metri e l'altezza di più di mezzo metro.
   La necropoli stava evidentemente nel sottostante vallone le cui pareti rocciose, ai due lati, son perforate da nicchie sepolcrali. Una delle meglio preservate, vicino alla strada per Civita Castellana, si compone di due camere scavate nel tufo vulcanico; al lato opposto del torrente veggonsi avanzi di numerose tombe romane sopra una delle quali fu trovata un'iscrizione cristiana dei primi tempi. Entro le mura gli avanzi principali son quelli del Teatro, presso la suddetta porta del Bove, etrusco nelle fondazioni, ma evidentemente romano nella superstruttura e nelle decorazioni.