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l'urte Terza — Italia Centrale
A circa 300 metri dalle mura, fuori della suddetta porta Romana, incontratisi, attigue alla chiesa delle Grotte, delle catacombe credute del primo secolo dell'era nostra. Il vescovato di Nepi è uno de' più antichi d'Italia, come quello che fu fondato al tempo di San Piet ro e suo primo vescovo fu San Romano, nel Tanno 40.
Bibliografia. — G. Rangln'asci Branealeoni, Storia di Nepi e delle sue antichità. Todi 1845.
Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Kepi — P2 T.
Mandamento di MONTEFIASCONE (comprende 4. Comuni, popol. 12,999 ab.). — Territorio ferace di cereali, d'olio, ma sopratutto di uno squisitissimo e rinomatissimo vino moscato. 11 territorio n'è intieramente vulcanico con fonti termali, tufi e lave. Sonvi anche piriti e solfi, in giacimenti irregolari e non utilizzati.
Montefiascone (7389 ab.). — Cenni mmci. 11 Dennis pone a Montefiascone l'antichissimo Fantini Voìtumnae, tempio o santuario in cui gli Etruschi costumavano tenere le assemblee generali dei delegati dei vaili Stati della Confederazione Etnisca. Altri lo credono fondato dai Falisci e detto perciò anticamente Mons Faliscorum, che fosse città sacra ad Apollo ed antica metropoli dei Falisci, detta poi Mons Piajscon, donde il nome odierno di Montefiascone.
Checché ne sia, certo è che anch'essa fu invasa e devastata dai Barbari e che, nelle guerre fra i papi e l'Impero, fu occupata a più riprese dalle truppe imperiali e particolarmente da Ottone IV che vi pose il suo qnartier generale, com'anco da Federico II, re di Sicilia e da Niccolò Piccinino condottiero al soldo del duca di Milano. Si governò a libero Connine fin dalla seconda metà del secolo XII per mezzo dei consoli dapprima, che furono poi sostituiti dal podestà, assistito dal Consiglio dei nove cittadini.
Nel castello Semi-diruto dimorarono parecchi pontefici, fra gli altri Urbano V che vi tenne più concistori e pontificali. Vi risiedette anche nei secoli XI11 e XIV il rettore del Patrimonio di Tuscia colla sua Curia. Incerta è l'epoca della fondazione, di detto castello. Innocenzo 111, Urbano IV, Martino IV, Urbano V, Eugenio IV, Giulio li e Leone X lo accrebbero notevolmente fino a ridurlo luogo di Splèndida residenza papale. Ancora si ammirano gli avanzi delle costruzioni fatte all'epoca di Leone X, sotto la direzione del celebre Antonio da Sangallo. Fu in gran parte demolito verso la fine del secolo XVII e i materiali servirono per fabbricare il grandioso Seminario.
Paolo 111 tentò impadronirsene con la mira di farne la capitale del ducato Farnesiano ; ma non vi riuscì per l'opposizione degli abitanti. Nel 1057 fu desolata da una fiera pestilenza, e fu spesso danneggiata dai freninoti, segnatamente nel 1G95 e 1783.
La città sorge sopra un colle isolato, dominato da un castello medievico, semi diruto, ila cui si gode di un vasto ed incantevole panorama. A nord lo sguardo spazia sino alle vette dei monti Annata e di Cotona, oltre l'ampio Iago di Bolsena; a est va sino ai monti dell'Umbria ; ai monti Ciniini a sud e sino al mare a ovest. L'intiera vasta pianura dell'antica Etruria spiegasi innanzi in tutta la sua bellezza.
Se non è ben fabbricato e se ha vie ripide e anguste, Montefiascone offre però sempre un gradito soggiorno per la sua ridente situazione e pel clima saluberrimo. La cattedrale di Santa Margherita, sulla piazza, nel centro del paese, fu dichiarata monumento nazionale. Arieggia il Pantheon di Roma, con nicchie in giro, cupola ettagona ed una bella facciata in mezzo a due torri troncate. Secondo il Vasari è opera giovanile del Sanniiclieli, nel secolo XVI restaurata ed abbellita della suddetta cupola elegante sul disegno del medesimo, per opera dell'architetto Carlo Fontana. Va ornata internamente di parecchi buoni dipinti, fra cui un quadro della scuola del Sassoferrato. Ultimamente fu restaurata ed abbellita sotto la direzione dell'illustre professore Luigi Fontana che l'adornò di preziosi dipinti e di vaghissimi lavori a stucco.
Notevole per antichità ed architettura e dichiarata anch'essa monumento nazionale è la basilica di San Flavia no (fig'g. 258-259) presso la porta, sulla strada di Orvieto.