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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Viterbo (J()l
   suddetto lago, che si versa nel Tevere. Vino, frutta, olio squisitissimo. Vaste boscaglie di castagni, acque termali e sulfuree, pozzolana e pietre da costruzione.
   Ronciglione (5701) ab.). — Cenni storici. Ignota è l'origine di Ronciglione e certo è soltanto dalle camere sepolcrali che vi doveva sorgere uno sconosciuto oppido etrusco, l'are che dopo il 1200 fosse ut potere degli Imperiali e venne in seguito signoreggiato da ini duca il quale nel 13(59 fu ridotto, alla sua volta, in soggezione dai Romani Dieci anni dopo fu devastato dalle soldatesche del prefetto Francesco di Vico e nel st c ilo XV se ne impadronirono ì conti dolPAnguillara, i quali dovettero cederlo, nel 14(59, ti papa Paolo II. Clemente VII lo concesse, per 2000 ducati d'oro, in vicariato al cardinale Alessandro Farnese il quale, divenuto poi papa ed eretto ch'ebbe Castro in ducato a favore del figliuolo Pier Luigi, vi aggiunse anche Ronciglione ed altre terre contigue, col titolo di contea.
   Verso la metà del secolo XVII scoppiarono aspre contese fra Urbano Vili e Odoardo Farnese duca di l'arma e Ronciglione fu munito validamente, il che non tolse che fosse occupato dalle milizie della Chiesa alla quale rimase sino al 1G46 nel quale anno, per mediazione di Luigi XIV, re di Francia, il Farnese fu reintegrato in tutti i suoi domimi. Non acquetaronsi però ì dissensi, che, nel 1049, Innocenzo X (Panfili) fece occupare di nuovo Ronciglione, ti quale, regnando Clemente X (Altieri), fu incorporato agli Stati pontificii ; e poco valsero le proteste, nel 1732, dell'infante Carlo Borbone di Spagna a cui per Elisabetta Farnese, madre sua, trasferironsi i diritti di quella Casa sul ducato di Parma. Nel 1728 Benedetto XIII (Orsini) innalzò Ronciglione al grado di città.
   Sullo scorcio del secolo passato gli abitanti insorsero contro i repubblicani francesi i quali mossero contro hi città sotto il cornando del generale Valterre. Strenua fu la difesa, ma, soverchiando per numero gli assalitori, Ronciglione fu saccheggiato e dato alle fiamme, con la morte di circa 82 persone, il 28 luglio 1799.
   L'odierno abitato sorge pittorescamente e in aria salubre, sopra una rupe precipite, fra due vallate profonde e selvose, nei cui fianchi apronsi parecchie camere sepolcrali che segnano il luogo di un'ignota antica città etrusca. Il castello gotico, in rovine, si scorge da lungi e la porta Romana reca il nome di Odoardo Farnese. Dividesi in città vecchia e nuova; ha vie larghissime e belle piazze specialmente la superiore, in mezzo alla quale ammirasi una fontana disegnata dal Vignola e da un lato il Duomo sormontato da una cupola. Le case sono costruite in gran ] arte di tufo e meritano particolare menzione il palazzo Municipale e quello di Giustizia. Nelle vicinanze è la chiesa di Sant'Eusebio, notevole per la sua antichità e per le interessanti iscrizioni lapidarie ; e il lago di Vico, detto anche Ugo Cimino, di cui già abbiamo discorso nell'introduzione al circondario di Viterbo.
   Ronciglione è un paese industre e manifatturiero principalmente in lavori di ferro battuto, ila taglio e per uso agrario. Sonvi anche fabbriche di carta a macchina, di cappelli di feltro, di liquori, di saponi, d'olio d'uliva, di tessuti, di scarpe, ecc.
   Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Sutri — P T. e Str. ferr.
   Caprarola (5151 ab.).— Cenni storici. Il Gonzales qualifica Caprarola Vetiistissimnm Etruscoriun Oppidum e sorge in ridentissimo colle, alle falde meridionali del gruppo Cimino, circondato da castagneti, murato, e con belle fabbriche. Notevolissima la chiesa di Santa Maria suburbana, coll'ex-convento dei Carmelitani Scalzi e tre quadri cospicui: Sant'Antonio, di Paolo Veronese; San Silvestro, di Guido Reni e Santa Teresa, di Giovanni Lanfranchi.
   Ma la gloria di Caprarola è il Castello-fortezza (figg. 2(56-267), dichiarato monumento nazionale, capolavoro del Vignola, a mezza costa del Cimino e dominante il paese. Incominciato nel 1547 dal Sangallo, per ordine del cardinale Alessandro Farnese, fu compiuto nel 1559 da Jacopo Barozzi da Vignola. È un misto grandioso di architettura