Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (724/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (724/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   61G
   l'urte Terza — Italia Centrale
   quali la restituisce. Havvi anche un ritratto di Enrico II di Francia — conservator familiae Farnesiae. Tutti questi dipinti, popolati ila un gran numero di altri personaggi, sono descritti ampiamente dal Vasari.
   Non mancano d'interesse parecchie altre stanze — fra le altre la camera da letto e lo studio privato del cardinale, con scala segreta per fuggire al bisogno; la stanza coperta di grandi mappe, come la galleria ili Vaticano e col fresco maraviglioso del Giuoco dello morra; la stanza coi freschi delle Apparizioni di San Michele Arcangelo a Gregorio Magno, in Roma ed ai pastori di monte Gargano, ecc. Non meno interessanti ! rabeschi del camlier Tempesta (l'olandese Pietro Mntler). In cima alla scala ei dipinse se stesso a cavallo, in abito donnesco, da lui indossato per sottrarsi al lavoro a cui fu però costretto dalla gente del castello che aveva subodorato il suo progetto di fuga.
   Sopra il castello la collina \a ornata di magnifici giardini a terrazzi, ove le salite, i padiglioni, i muri coronati da vaghe balaustrate, le fontane con statue, intravvedonsi fra le macchie di platani, di pini e ili olmi In vetta ergesi un casino elegantissimo, il l'ala z-ztado, anch'esso del Yignola, dal cui terrazzo più alto godesi ili un panorama estesissimo. V sud un'immensa pianura, da cui emergono il Soratte isolato e i nionticelli di Monte-rosi coi colli Albani nello sfondo; a est i monti della Sabina e dell'Umbria; a ovest varie colline; e a nord il Cimino. 11 castello con tutte le dipendenze, già dei Farnese,passò per eredità all'ex-re di Napoli e quindi al nuovo regno d'Italia e fu dichiarato, come già abbiam detto, meritamente, monumento nazionale.
   I prodotti del Comune di Caprai ola consistono in vino, legnini e castagne; florida industria dei legnami per vasi vi natii e per costruzione. Cave di tufo, molto pregiato.
   Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Civita Castellana e Kepi — P T.
   Carboynano (1017 ab.). — Cenni storici. 11 nome di Carbognano si fa derivare da Curfwnaria, come cbiauiavansi anticamente le vicine folte selve del Cimino e vuoisi abbia avuto origine, con altri Comuni limitrofi, dopo la distruzione di Faleria.
   II paese sorge in aria purissima e in colle, alle falde estreme del Cimino, circondato da fitti castagneti che lo riparano dal scirocco. Quattro fontane d'acqua perenne; chiesa di Sant'Enfiate del 1030 ; altra chiesa di Santa Maria, eretta nel 1500 dai Farnese, con alcuni buoni dipinti. Dei Farnese era anche il palazzo antichissimo, ora del principe Sciarra. Molte grotte ed antichi sepolcri etruschi, nei dintorni. Nella regione San Donalo, a sud e poco lungi dall'abitato, veggonsi alcuni muri vetustissimi che vuoisi appartenessero ad un tempio innalzato da Furio Camillo dopo una vittoria sui Falisci.
   Il commercio principale ò quello del vino e delle castagne le quali si spediscono particolarmente a Ilonia, ove grande è la vendita per la loro ottima qualità.
   Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Civita Castellana — P2 T. a Caprarola.
   Mandamento di SORIANO NEL CIMINO (comprende 4 Comuni, popol. 12,513 ab.). — Territorio montuoso a libeccio e ad ostro per le ramificazioni dei monti Elimini e il rimanente in collina, bagnato dal torrentello Papacqua, la cui freschissima sorgente scaturisce entro Soriano da una roccia. Boscaglie, pascoli
   Soriano nel Cimino (4S50 ab.). — Cenni storici. Soriano. Surianum, nome etrusco, dalla radice sur, credesi fabbricato sull'erta del monte, dai fuggiaschi dalla distrutta città di Surrina, mentre altri lo vuol fabbricato dai Fenicii. Son tutte leggende delle solite e quel che v'ha di certo si è che Nicolò III (Orsini) — che fu più volte in Soriano e vi morì nel 1280 — fece condannare senz'altro, come eretici, certi Guastapani, antichi baroni del castello ch'ei confiscò e diede in dono ad Orso Orsini, fratello suo e signore di altri feudi intorno al Cimino. In seguito fu conquistato, sotto Gregorio XI, dai Galli Bretoni mercenàrii sotto il comando degli antipapi Clemente MI e Benedetto XIII, che 1 occuparono sino al 1435, nel quale anno fu loro tolto ila Martino V che lo diede al proprio nipote Antonio Colonna, principe di Salerno, dal quale tornò poi alla Chiesa.