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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Viterbo (J()l
   Il cardinale. Viteìlesehi, condottiero pontificio, fece decapitare nel castello Giacomo Di Vico, prefetto di Roma, l'ornò poi 111 poter dei ribelli; nel 1158 Pio 11 lo ricomprò per 1200 fiorini d'oro e lo diede a Ninna Piccolomini, suo congiunto, da cui pervenne a Rodrigo Borgia, che fu poi papa Alessandro VI, il ipiale lo restituì agli Orsini per poi ritorglielo ed investirne Cesare Borgia. Ne seguirono ostilità interminabili e la storica battaglia di Soriano, del 1497, combattuta nella pianura sottostante, in cui il Valentino, alla testa delle soldatesche papali, fu sconfitto dagli Orsini e GuidobaWo I, duca di Urbino e suo alleato, fu fatto prigioniero. Giulio II ne investì i Della Rovere, ai (piali lo ritolse Leone X, Nel 1550 pervenne a Giovanni Carafa, duca di L'aliano e nipote ili Paolo IV, indi agli Altemps. Da questi lo comprò, nel 1710, ( lemente XI pel fratello Orazio degli Albani, i quali ne furono riconosciuti principi e lo tennero sino al 1818, nel quale anno rinunciarono alla giurisdizione baronale nelle mani di Pio IX, cedendo alla Santa Sede la rocca e il pretorio.
   Soriano sta sopra uu poggio alle cui falde scorre il torrentello Papacqua che scaricasi nel Tevere. Bellissimo panorama nella valle del Tevere, chiusa ad arco dall'Apeii-frino Umbro-Sabino, col monte di Radicofani all'estremità nord-ovest, e col monte Soratte all'estremità sud-est. Clima freddo ed umido per gran parte dell'anno, delizioso però nell'estate, sì che molte famiglio romane vi vanno a villeggiare.
   Notevole e meritevole di una visita è la rocca o castello baronale, fatto costruire da Niccolò III. È una mole merlata, gigantesca, al sommo del colle su cui steudesi il paese, su dura roccia tracliitica con intorno un bastione. Va fra i più belli e i meglio conservati castelli della provincia di Roma e serve ora di penitenziario.
   Son pur degni di nota : il palazzo dei principi Albani (ora Chigi) su disegno del Vignola e nel cui vestibolo ammirasi la stupenda fontana Papacqua (regina delle acque) dimentata dal suddetto torrentello omonimo; il tempietto di San Giorgio, fuori le mura, a sud sulla strada di Viterbo, grazioso monumento di opera quadrata, del principio dell'evo medio ; le catacombe di Saut'Eutizio, a circa quattro chilometri dal paese, sotto la chiesa e il convento dei Passionigli, monumento dei secoli cristiani III e IV, con attigua una necropoli etrusca: e per ultimo, la torre di Santa Maria dì Luco, antico tempio pagano, a sette chilometri di distanza, con un Incus, o bosco sacro, trasformato nel medioevo in chiesa cristiana, con abbazia benedettina.
   Sorge infine nel Comune il monte di Soriano o Cimino (1050 ni.) conia famosa Rupe tremante, che il Calimi ri nel suo Saggio statistico storico dello Stato Pontificio descrive chiamandola col nome di Sasso menicatore o trenicatore. È un grosso masso di trachite (localmente peperino), rotolato da antichissimo tempo e postosi in bilico sopra una rupe di somigliatile natura per cui, con lieve impulso oscilla e uiuovesi visibilmente. È questa rupe di figura parallelepipeda smussata, ossia di un elissoide schiacciato, della misura di metri cubi 85, clie viene ragguagliato al peso di 170 tonnellate.
   Le industrie principali sono: quella dei suini e quella principalmente delle dogarelle per botti e dei legnami d'alto fusto che traggonsi dai boschi vicini; il territorio dà anche olio, vino e castagne.
   Coli, elett. Viterbo — Dioc. Civita Castellana — P3 T.
   Canapina (2529 ab.). — Giace presso le sorgenti del rio Maggiore, sul pendìo orientale del Cimino, alla cui cima più eccelsa si può da qui salire in due ore. Clima umido d'inverno e salubre nella state. Poco lungi bellissimi boschi, fra gli altri quelli di monte Pizzo e di Monterone. È cinta di mura ed ha parecchi edilizi di bell'aspetto, fra cui la Collegiata. Il territorio produce vino, olio e castagne. Pascoli e bestiame.
   Coli, elett. Viterbo — Dioc. Viterbo — P2 T.
   Vallerano (1551 ab.). — Cenni storici. Vuoisi costruita da gente scampata alle rovine di Falerii, ma alcune tombe nella regione detta Cupa, devastate nel secolo scorso