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l'urte Terza — Italia Centrale
Il villaggio è cinto da monti di poca elevazione: monte Stefano (540 metri) a nord; poggio Coccia (012 metri) a sud-ovest e monte raganella (578 metri) a sud, ed è diviso in antico e moderno. L'antico giace nella gola di un colle sinuoso, a 100 metri dal torrente Mignone, e in esso ammirasi il castello iiaronale, ora del principe Altieri, di forma triangolare, con torrioni agli angoli e due ponti di accesso. Il Vejano moderno è a livello della ròcca e consiste in un vasto prato, detto il Piano, con piazzetta davanti alla chiesa di Santa Maria. Nella regione Pantane, a circa 2 chilometri, sgorgano una sorgente d'acqua acetosa ed una di solfo-ferruginosa. Uve, granaglie, granoturco e legumi.
Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Viterbo — P3 a Barbarano Romano, T. a Caprainea.
Mandamento di TOSCANELLA (comprende 5 Comuni, popol. 8121 ab.). — Il territorio, fertile per natura, steiulesi in una pianura interrotta da colline e vallette, bagnata dal fiumicello Marta, e copiosa di acque limpide e salutari. Vi prosperano principalmente i cereali, le viti e gli ulivi; bestiame abbondante, cave di tufo e di peperino e grande abbondanza di pozzolana rosso-bruna, di lava e di pomici.
Toscanella (3040 ab.). — Cenni storici. Tascania è mentovata soltanto da Plinio (in, 5, s. 8) che enumera i Tnscanienses fra le comunità municipali dell'Ktruria e nella Tavola Peutiugeriana, che la pone sulla via Clodia, fra Piera e Saturnia. 11 suo territorio confinava a ovest con Vulci, a nord con Vulsinio, o Bolsena, e a sud ed est con Tarquinia. Era cinta di mura alte e forti, del circuito di due miglia, munite di torri e costruite con grandi poliedri dì tufo, a secco, e vi si entrava per cinque porte: quella a sud con-duceva direttamente alla necropoli, ove ora è San Pietro. Divenne poi municipio romano (Murat., Inscr., p. 328) e fu città cospicua nel medioevo, poi cominciò a decadere. Si incominciò a chiamarla Toscanella nel 1300 e Fazio degli Uberti cantò nel Dittamondo:
Yedemo Toscanela tanto anticha Quanto alcun'altra de questo paese.
Nel 1435 fu saccheggiata da Francesco Sforza e nel maggio del 1495 saccheggiata ed incendiata dalle milizie di Carlo Vili di Francia.
L'odierna Toscanella sorge sulla destra del Marta, in situazione pittoresca in sommo grado, circondata quasi per intiero da un burrone, sopra un'altura. È cinta di mura con torri e con tre porte, mentre là città antica, ch'era più estesa, ne aveva cinque; ed è ricca di fontane, fra cui la gran fonte del Butinale, detta poi delle sette cannelle, a ovest; quella di Sant'Angelo a sud-ovest, e quella del Lione a sud. Notevole l'antico palazzo Municipale o Livellino (fig. 2G9), e sopratutto le. chiese di Santa Maria Maggiore e di San Pietro, dichiarate monumenti nazionali.
La bella chiesa di Santa Maria Maggiore fu fondata sul finire del secolo Vili, vale a dire, or fa più di 1000 anni, ed è un grande e maestoso edilizio, con facciata ornata di colonne e sculture e con tre portoni, uno dei quali fu murato nel secolo scorso. All'ingresso della mediana, più grande delle altre (fig. 271), son due leoni marmorei e le statue di San Pietro e San Paolo sospese agli stipiti di essa porta. Sopra l'architrave è scolpita ili marino la Vergine col Bambino con a un lato VAgnello ed all'altro il Sacrifizio d'Abramo e Balaam sull'asino. Un portico pensile ili colonnini e brevi archi a tutto sesto orna il centro della facciata e sopra di esso apresi il grand 'occhio o linestrone tondo ricco di colonnette di marmo e fascie di peperino. La chiesa è lunga 33 metri, larga 19 all'entrata e 28 nel santuario. L'interno è a tre navate, divise da doppio ordine dì colonne. La chiesa termina con un abside in cui si vede un fresco pregevole, largo circa 8 metri e rappresentante il Giudizio Universale, attribuito a Cimabue.; ma se 11011 di Cimabiie 0 di Giotto, è però della loro scuola. Il pulpito, riccamente decorato, è 1111 bel lavoro del secolo XIII. In mezzo alla navata Minore, a destra, sta il battistero, di forma ottagona. All'uscita della chiesa rizzasi una torre quadrata, 11011 altissima, ma di mole poderosa.