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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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61G l'urte Terza — Italia Centrale
cardinale Alessandro Farnese v'inviò alcune famiglie di Allerona. nel circondario di Orvieto, a piantarvi vigne e a seminarvi cereali in abbondanza.
Nella tenuta vicinissima di Polledrara vuoisi esistesse l'antica città di Con tenebra di cui vedesi 1111 fortilizio diruto sul colle Civitella, non lungi da Allena. Nel territorio di Ariana, ferace d'olio, vino e grano, si scavano spesso antichità etnische.
Coli, eleti Montef&scone — Dioc. Montefìascone — Pa T. a Toscanella.
Canino (1904 ab.). — Cenni storici. L'origine storica di Canino è incerta e sappiamo soltanto che nel 1180 Alessandro 111 ne fece dono ai Viterbesi i quali l'occuparono sino al 1289. Dopo essere sottostato a varie signorie, tornò nel 1454 alla Santa Sede. Bonifacio IX v'inviò governatore Vitrnvio Vitellesclii di Corneto, e la vendi bili tardi a Bertoldo Orsini. Martino V la cede ai Conti, uno dei quali lo ridiede a papa Eugenio IV, il quale nel 1445, per difendere il paese dall'invasione dei Saraceni, lo cede a Ranuccio Farnese sino alla terza generazione. Canino allora fu munito in maniera che prese il nome Castrum e si abbellì silfattamente che fu denominato Carino, tramutato dal volgo in Canino. Rimase ai Farnese dai quali passò poi di nuovo alla Santa Sede. Nel 1803 Pio VII la vendè, col vicino villaggio di Mnsignano, a Luciano Bonaparte e nel 1814 fu innalzato al grado di principato e comperato dai Torlonia.
Canino sorge in vasto e fertil territorio, bagnato dal fiume Fiora, con a ovest il monte di Canino (434 m.), sopra rocce tufacee con bella prospettiva, dolce clima e boschi d'alto fusto nelle adiacenze. Notevoli il palazzo dei Farnese, ampliato da Luciano Bonaparte (die prese il titolo di Principe dì Canino o fece fare, come archeologo, molti scavi; e la Collegiata, innalzata dove sorgeva la rocca, in cui ammirasi un quadro di Mariotto Albert,inelli, una bella cappella gentilizia, e il monumento del suddetto Luciano, morto a Viterbo e qui sepolto con la sua seconda moglie, monumento fatto scolpire dai suoi figli, dal Pampaloni, fiorentino, con busti del Canova,
A pochi passi dal paese, a sud, trovatisi la chiesa di San Rocco e l'ex-convento dei Minori Osservanti di San Francesco, fatti edificare da Giulia Acqnaviva, moglie di Pier Bertoldo Farnese, nel 1500. L'ex-convento ha un chiostro (fig. 274) con settantacinqne loggie inferiori e cinque superiori e nella chiesa è da vedere un quadro pregevole della Madonna degli Angeli.
Non molto lnngi sono notevoli il ponte dell'Abbadia ; V Acquedotto di Vaici; la Grotta di Ponte Sole, con stupende stalattiti e sopratutto il Castello di Mnsignano appartenente al principe Torlonia che lo comprò, nel 1854, dai Bonaparte romani, dei quali era la residenza prediletta. È una villa costruita sul luogo dell'Abbadia francescana che diede il nome al suddetto ponte. La porta e il cortile sono ornati di grifoni e leoni tolti dalla Cuminella, ma la collezione delle antichità che vi era dentro, formata da Luciano Bonaparte e dalla sua vedova, andò dispersa da lungo. 1 giardini e le piantagioni, ch'erari di grandi dimensioni, sono ora inselvatichite e neglette. Vi è un laghetto con un'isola vestita di salici provenienti dal sepolcro di Napoleone I a Sant'Elena.
L'industria è assai florida a Canino e poco lungi dal paese trovasi un'antica ferriera, sul fosso 'rimone, e solivi anche varie mole. Presso la ferriera è una cappelletta, costruita nel 1072. Vino, granaglie, legumi ed olio in gran copia.
Coli, elett. Montefìascone — Dioc. Acquapendente — P2 T.
Cellere (1026 ab.). — Cenni storici. Fu abitato un tempo dagli Albanesi fuggenti le persecuzioni dei Turchi e fece poi parte e seguì la sorte del ducato di Castro.
Il villaggio siede in piano, sopra un picciol colle, circondato da altri colli ridenti per vigneti ©'uliveti, e in mezzo a due fossi, non lungi da imbosco di 4 miglia di estensione, detto la Vaccina di Cellere, con molti alberi da sughero. La via centrale, lunga più di mezzo miglio, termina a est col castello già dei ducili di Castro e l'ex-convento detto la Rocca del Carmine. Non sono molti anni, furono aggiunte due borgate, non senza
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