Mandamenti e Comuni del Circondario di Viterbo (J()l
Fig. 274. - Canino : Parte del chiostro dell'ex-Convento di San Francesco.
simmetria ed architettura regolare. A 3 chilometri a sud-ovest è una frazione, detta Pìmnhmo ed anche Plandiano. con una rocca quadrata e semidiruta.
I prodotti principali del Connine sono il grano, l'olio, la lana, i formaggi e specialmente il vino di squisita qualità e fonte principale di ricchezza del paese.
Coli, elett. Montetiasc.one — Dioc. Acquapendente — P2 T.
Tessennano (587 ab.). — Cenni storici. Scarse sono le notizie storiche e par fosse anticamente un oppido, detto Tuscinnuna. Appartenne al ducato di Castro di cui seguì la sorte. Il paese sta in colle, con clima temperato, ma soggetto, nella state, alle febbri malariche. Gli abitanti vanno a lavorare nelle maremme ove son decimati dalla malaria. 11 territorio produce cereali, molto olio, vino ed ortaggi eccellenti ; cava ili lava, Colt, elett. Montetìascone — Dioc. Montefiascone — Pa T. a Canino.
Mandamento di VALENTANO (comprende 0 Cornimi, popol. 12,901 ab.). — Territorio parte in piano e parte ili colle fertilissimo e coltivato principalmente a grano, granturco, viti. Boschi e pingui pascoli con numeroso bestiame grosso e minuto.
Valentano (2707 ab.). — Cenni storici. Al dire del Oliverio, Valentano sarebbe l'antico Verentum, i cui abitanti furon chiamati da Plinio (ni, 10) populi Verentani, e poputus Verentanus e Verentanensis leggesi in varie iscrizioni della città, ma ne dentro ne fuori della città si trovò mai monumento, rovina od oggetto antico che ne attestasse l'antichità.
Secondo altri scrittori Valentano fu edificato da certo Pietro Varentano, capitano di gente d'arnie nel medioevo; ma anche codesta opinione non è avvalorata da alcun documento. Parecchi altri storiografi affermano invece che papa Leone IX, verso il 1053, fece fabbricare nei dintorni del lago di Bolsena due paeselli, uno in Val di Lago, l'altro in valle Ontana, donde il nome composito di Valentano.
I)a principio si resse a popolo, poi fu sottomesso, nel 1128, alla signoria di Viterbo. Tornò quindi al suo stato di piccola repubblica e lottò coi vicini. Nel 1224- ne prese possesso la chiesa e nel 1260 fu distrutto da un incendio, ma fu bentosto riedificato. Martino V lo cinse di mura; toccò quindi ai Farnese che lo tennero finché Alessandro Vili lo aggregò allo Stato pontificio.