Mandamenti e Cornimi del Circondario di Perugia
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assedio ili Perugia per opera di Lucio Antonio. La località ove siede l'odierna terra non corrispondo a (inolia dell'antica, che vuoisi additare più al monte, ove restano tuttora poche rovine, dette appunto l'augia Vecchia. Le tre attuali parrocchie esistevano già nel 1103. Nel 12(M- sembra vi morisse papa Urbano IV nel ritorno elio ei faceva da Todi, ed il cadavere fu portato a Perugia. Nel 1391, a causa delle continue discordie e guerre tra Assisi, Todi, Perugia, Foligno ed altro città vicine, vi si cominciò ad erigere una rocca. Braccio Fortebraceio, nel 1 -WS, saccheggiò e devastò il borgo esterno ed entrò trionfante nel paese assediato; e solo nel 14-2S vennero restaurate le mura. Eugenio IV concesse speciali privilegi a Deruta e ne restrinse l'abitato facendolo cingere di nuove mura che ancor oggi conservansi (144G). Nel 15UO, passandovi gli Spagnuoli, dettero fuoco a varie case, e nel 1523 furono nuovamente restaurate le nutra.
Ciò che rese celebre Deruta è 1 industria delle ceramiche, rinomatissime e fiorenti nei passati secoli, era però di molto decaduta dall'eccellenza cui era giunta.
La prima fabbrica pare rimonti al 11G1 e vuoisi fondata da Agostino di Antonio di Duccio, scolare di Luca della Robbia, (pici Duccio stesso che esegui i mirabili ornati dell'oratorio di San Bernardino in Perugia, e che a suo luogo ricordammo. Certo nel 1501 oravi una rinomata fabbrica, quantunque la maggior parte degli scrittori faccia rimontare questa fabbrica al 1525. Le ceramiche di Deruta erano stimate pei riflessi metallici che avevano; ma specialmente si fabbricavano maioliche decorate con ornati vari del genere detto grotteschi, su fondo turchino, come le ceramiche di Faenza e s'imitarono anche le maioliche, a figure, di Urbino. Vi lavorò molto anche un maestro che firinavasi el Frate. La fabbrica di Deruta e una delle poche italiane che sussistè sino al XVIII secolo.
Attualmente esistono in Deruta quattro fabbriche di maiolica di qualità però che lascia a desiderare per raffinatezza, ina che è pur sempre vantata per resistenza e solidità. Vi esiste anche una rinomata fabbrica di calce.
Chiesa di San Francesco. — Edificata nella prima metà del XlVsecolo, ha un antico campanile gotico ; nella facciata conserva uno stupendo fine-strone sferico. L'interno è ad una soln navata, con abside. Presso il primo altare della parete sinistra è un affresco rappresentante Gesù ai trono, la Vergine, San Francesco, Sant'Antonio ila Padova, lavoro dell'Alfani, perugino. Nel terzo altare e un affresco col Martirio di Santa Caterina, opera della scuola di Giotto, recante la data 1350.
Nel centro dell'abside si ammirava una tavola a tempra, con Maria in trono, Gesù, San Bernardino, San Francesco. Nel gradino del trono è il nome del pittore Nicolò da Foligno e la data MCCCCLYIII. Ora il quadro trovasi depo-
sitato nella civica Pinacoteca di Perugia. Le. pareti dell'abside vuoisi fossero dipinte dagli scolari di Giotto e clic le pitture si celino sotto il bianco di calce.
Nell'annesso convento, soprala porta che dalla chiesa mette nel chiostro, è un affresco della scuola di Giotto, ed altro di detta scuola, rappresentante la Vergine in trono, Gesù ed un Santo vescovo, vedesi nella parete presso la porta del convento.
Chiese di Sani'Antonio dell' Ospedali e di Sant'Anna. — Contengono bellissimi affreschi della scuola perugina : i meglio conservati sono quelli della chiesa di Sant'Antonio, ove trovasi anche un quadro in tela a foggia di stendardo, dipinto da mano maestra.
II paese giace presso la riva sinistra del Tevere, alle falde di una catena di colline che separano la vallata del Tevere dalla pianura di Foligno. Il territorio, parte elevato, parte pianeggiante, produce ottimi cereali, vino ed olio.
Bibliografi a. — Giuseppe cav. Bianconi, Monografia della Terra e Comune di Dentiti, nel giornale illustrato L'Album, 1SS5. Seconda edizione. Torino, Unione Tip.-Editrice, tSS'J.
Coli, elett. Perugia II — Dioc. Perugia, Todi e Assisi — Ps T.
Marsciano (11,6G2 ab.). — Cenni storici. Il paese ebbe in origine il nome di Monte Ciano (donde da Mom ./ani si fè Marsciano) e vuoisi fondato nel 1)75 dalla famiglia di Bulgaro di Monreale, al medesimo poi donato dall'imperatore Ottone II.