Mandamenti e Cornimi del Circondario di Perugia
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Fig. 25. — Città di Castello : Facciata del Duomo (da fotografìa di Alinari).
Città di Castello (21,491 ab.). — Cenni storici. Trovasi menzionata soltanto in Plinio (//. N., 3, 14), che distingue chiaramente i Tifernates Tiberini dai Tifemates Metuiireiises, popolazione questa, dell'antica città umbra, ove oggi sorge Sant'Angelo in Vado, quella, di Tifernum Tiberini/m corrispondente appunto a Città di Castello. Lo stesso Plinio vi ebbe vicino una villa ed alcuni predii, e di queste sue possessioni parla nella epistola iv, 13 e nella v, G. Nella lettera all'imperatore Traiano (vili, 10, 24) parla pure di questo antico municipio e ili un tempio che ei vi aveva fatto edificare a sue spese. All'infuori delle notizie tramandateci da Plinio non abbiamo altra menzione di Tifernum Tiberinum se non nei geografi.
Tifernum fu devastata nelle incursioni dei Goti e se non fu distrutta, come vogliono alcuni storici, pare però che cambiasse il nome in quello eli Castrimi Felicitutis. 11 quinto vescovo, conosciuto, di Tiferno fu, verso la fine del VII secolo, San Florido, rammentato da San Gregorio nei suoi Dialoghi. Nel 774 gli abitanti del Castello della Felicità si sottomisero al pontefice Adriano I.
Al sorgere delle libertà comunali anche i cittadini di questo Comune rivendicarono la libertà, protetti ora dagli imperatori, ora dai pontefici. La citta fn successivamente retta e governata da consoli e podestà e poi, cresciuta in potenza, fu, come quasi tutti i Comuni italiani, divisa dalle fazioni guelfe e ghibelline e secondo la parte prevalente si ribellò, o le fu giuocoforza sottomettersi all'imperatore, o alla Chiesa. Nel 1332 fu occupata da Guido e Pier Saccone da Pietrainala, che ne tennero per varii anni la signoria. Nel 1350, per intrighi e maneggi degli Ubaldini, si dette a Perugia; ma nel seguente anno erasi già liberata dalla servitù. Nel 1358 i cittadini di Città di Castello