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Fig. ^G. — Citta di Castello : Porta gotica nella parte laterale del Duomo (da fotogi alia di Alinari).
liberarono gli uomini di San Sepolcro dalla signoria dei conti di Montedoglio, poi se ne impossessarono e la tennero in giurisdizione sino al 1370.
Nel 1308 la città fu costretta ad assoggettarsi alla Chiesa; ma Branca Guelfucci, nobile e potente signore, se ne rese padrone e la tiranneggiò. Ritornata alla devozione del pontefice, nel 1375 si ribellò nuovamente con l'aiuto dei Fiorentini. Nel 1378 obbediva di nuovo alla Chiesa e nel 1380 era in mano dei Perugini, ai quali si ribellò l'anno vegnente, sinché, nel 1382, fecero pace. Nel 1122 fu assediata e presa da Braccio For-tebraccio che la consegnò al duca di Milano. Successivamente l'assediarono Guido da Montefeltro e Nicolò Stella. Liberata dal Piccinino, che nel 144-0 l'aveva stretta d'assedio, col consenso di Eugenio IV, si pose sotto la protezione dei Fiorentini. Frattanto alcuni magistrati volevano liberarsi dal dominio della Chiesa; ma conosciuto il papa questo disegno, spedì a Città di Castello il Piccinino con l'esercito (1412). Gravi tumulti, sedizioni, discordie e stragi travagliarono la città nei seguenti anni, cagionate da ire di parte e per incitamento di fuorusciti. Queste turbolenze terminarono solo nel 1408.
Frattanto era salito in potenza e venuto in gran fama Nicolò Vitelli, nobile della città; e contro lui fu pronta a levarsi una fazione avversa, capitanata dai Giustini. Ne seguirono ire e lotte intestine.