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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Spoleto
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   Chiesa e Commuto di San Francesco. — Al l'esterno rimangono ancora traccio dell'antico portico che metteva alla chiesa ora sotterranea, e può ritenersi del XIV secolo. La porta è ornata di stipiti con mensole, sulle quali posano due grandi e bei leoni.
   L'interno fu rinnovato nel seicento, però rimase sempre il carattere basilicale della chiesa. Nella parete sinistra, altare secondo, è una tela ad olio rappresentante San Francesco da Paola, opera di scuola bolognese. Il quadro dell'aitar maggiore rappresenta l'Assunzione della \ergine e ricorda la maniera della scuola di Raffaello.
   Nell'annesso convento è un bel chiostro a doppio ordine di logge. In quello inferiore sono dipinti, in affresco, Maria in seggio, col Figlio, San. Giovanni e Santo Stefano, lavori di scuola umbra del XIV secolo. Di fronte a questa pittura è l'ingresso alla chiesa sotterranea, ora ridotta ad uso di cimitero. Era anch'essa decorala di pitture a fresco, in gran parte ricoperte di bianco. Da quel poco che ne avanza, sembra doversi riconoscere la mano di .Iacopo da Leonessa. Di questa chiesa parla il P, Tliensi nel suo Apparalo .ìlinoritico.
   Munte di Pietà. —Vi si conservanoalcnne armi antiche, e specialmente alcune specie di balestre con casse intarsiate di madreperla. Tali armi usavansi dalla cavalleria italiana sul finire del MI secolo. L'oggetto più notevole è un cannone di ferro, composto di sedici pezzi eoi onestati tra loro, lungo m. Quest'arma è completa e riposa ancora nel suo all'usto.
   Chiesa di San Michele Arcangelo in Cavclli, —
   L'ingresso, di belle linee architettoniche, reca la data Miti XXXtiI. L'interno 6 ad ima sola nave, con (piatirò nicchiuni per lato. Nel primo nie-chioue è mi affresco della Vergine eoi Figlio e vani Angeli ; inferiormente sono dipinti San Girolamo, San Francesco e Situi'Antonio: quest'opera devesi alla scuola di Giovarmi Spagna. Nel secondo iiicchione e un affresco ritenuto di Gin-vanni da Norcia, e vi è rappresentato la Pietà e gli emblemi della Passione, Sfililo Stefano, San Valentino, Sant'Antonio e San Sebastiano. 11 terzo nicchioiie contiene le ligure di San Giacomo, San Uacario, San Filippo, San Uordonio evi si legge la data 1503? ricorda questo affresco la maniera di Nelli da Gubbio. Interessante è il quarto nicehione, in cui lo Spagna dipinse la Vernine con Gesù tra varii Angeli, (lue dei quali sono iu atto di incoronare Maria; inferiormente vedonsi San Sebastiano, Snida Caterina, Santa Apollonia e il Battista,
   L'abside è decorato di modanature nei cui spazi! ricorrono degli ornati eseguiti dagli scolari dello Spagna. La vòlta contiene 1 affresco dell'liicoromiione della Vergine, da annoverarsi tra i capolavori di Giovarmi Spagna, il quale dipinse pure il fascione in cui ricorrono varii tondi con busti ili santi. Vnclie le pareti interiori dell'abside furono dipinte dal grande artista che vi ritrasse i Pietro e l'itolo, San Michele Arcangelo e l'Apparizione di San Michele sul monte Gargano. Conservasi in questa chiesa una pregevole croce parrocchia» di lastra d'argento alzata a cesello, con varie e belle figure ; lavoro del XV secolo.
   Nelle località Terrargo e Camposolio della mappa Lutine, in territorio di Monteleone, in posizione più elevata del paese e perciò a più di 1000 metri sul mare, trovansi minerali di ferro dei quali si trasse partito nei tempi andati quando l'industria del ferro aveva un carattere diverso dall'attuale. Si volle attribuire a papa Urbano VIII la gloria di aver trovata ed aperta, l'anno lUi-1, la miniera di Monteleone, ed a ricordo di ciò si coniarono due medaglie. Ala è opinione generale che tale miniera fosse nota già ai primi abitatori di questa regione e che anche nel medioevo fosse esercitata. Certo si è, che Urbano \ III provvide all'attivazione di questa miniera su vasta scala, inviando a Monteleone varii artefici; aprendo, con ingenti spese, una strada rotabile ad esclusivo uso della miniera e facendo erigere un opificio, per quei tempi, perfetto. L'acqua per servizio dell'opifizio fu deviata dal fiume Corno. I)i tutti questi lavori fu posto ricordo in due iscrizioni marmoree. La miniera produsse grandi vantaggi 111® Camera Apostolica e se ne accrebbero i lavori di estrazione del minerale, il cui massima prodotto si ebbe sotto il pontificato di Clemente XI.
   Si vuole che i cancelli del Pantheon di Iioma, levati poi nel 1SS2, sotto il ministro Baccelli, fossero fatti col ferro di questa miniera. Duravano i lav ori, con esito sempre soddisfacente, allorché sopravvenne il grande terremoto del 17B0, che fece minare la parata costruita nel timiie Corno, di guisa che 1 acqua non andò più alle ferriere ed i lavori vi furono sospesi. Pm VI propost: al cardinal Cara ridilli di mettere nuovamente in esercizio l'opificio, il quale venne infatti ristabilito. Durante l'occupazione francese non diminuì la cura della miniera di Monteleone e vi fu mandato il chiaro