Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Perugia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (281/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (281/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Spoleto
   277
   Q.VAUTK B F CORA EPISCOPO ASISII-RENVIT-rArN-HEP.EblTOTn-PATERMAn ET- OM/VVEVTltlENTA ET FEttOPiALIAP/TRI REIECtT
   Fig. 109. — Jlontefaleo : San Francesco rivestito dal Vescovo di Assisi (affresco di Beno2zo Gozzoli nella chiesa di Sun Francesco) — Da fotografia Alimaki.
   Indi il Trinci dominò Monti-falco quale vicario generale della Chiesa e per lungo tempo ne tenne la signoria. Ma sotto la dominazione di Corrado Trinci il popolo si sollevò, ricorse al pontefice e si uni all'esercito che da Eugenio IV fu mandato a deporre Corrado, che alla fine fu disfatto. Fu allora dal papa mandato a reggere la terra di Jlontefaleo il conte della Stacciola. Si demolì la rocca che sorgeva presso la porta del paese ed il popolo fu diviso in quattro badie o quartieri denominati: San Bartolomeo, Sa>i Fortunato, Sant'Agostino e Sun Francesco, e dai quartieri tornò ad eleggersi il Senato, i magistrati e si riformarono gli statuti per opera di dodici savi eletti dal popolo.
   Xcl 110i Montefalco fu desolato da fiera pestilenza. Grandi aiuti somministrarono il pontefice Sisto IV e la vicina terra di Marcellano di Todi ed il paese, per debito di riconoscenza e di gratitudine, aggregò quei cittadini alla cittadinanza di Moutefalco.
   Al tempo del sacco di Roma, per le armi del liorhone, gravi danni ebbe a patire Montefalco, per oliera specialmente del capitano Lorenzo Martelli, uno dei duci delle Bande Nere guidate dal perugino Orazio Baglioni. A queste sciagure si aggiunse l'iii-ìiondazione del territorio, cagionata dalla rottura dell'argine detto l'ulsella. Seguì quindi nuova pestilenza, nel 1520, e fecersi in tale occasione grandi processioni pubbliche e preghiere alla beata Chiara.