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l'arte Terza — Italia Centrale
Spetta ad un popolo estraneo, conquistatore, la elezione di costruire una città in luogo basso, nel seno di una valle, tra due fiumi, a guisa di un'isola, per difendersi e confermare il dominio. Ed esempi ben noti si hanno delle città costruite tra i fiutili dalle colonie del popolo conquistatore.
La tradizione locale, incisa in un marino dell'anno 32 dopo C., vale a dire al tempo di Tiberio (marmo oggi esistente nel locale Civico Museo), attenua che la città contava allora 701- anni dalla sua fondazione, il che ci porta ad 81 anni dopo la fondazione di Roma e forse tale tradizione dipende dall'anno memorabile della conquista e della deduzione della colonia. 11 fatto coincide col tempo nel quale si estese nell'Italia centrale la potenza della forte e frugale Sabina, per cui, come a questa devesi, in parte, Roma nel Lazio, Falena nell'Etruria, così sembra spettarle ancora lnteramna nell'Umbria, detta poi dai Romani lnteramna Nahars, per distinguerla da lnteramna Lirinas e dall' lnteramna l'raetutianonim (Teramo).
A questa nuova città, fondata dai Sabini, spetta l'avanzo delle mura, formate di massi di forma cubica, scoperti nel 1887, a destra della via Nuova, che sì parte da quella Cornelio Tacito e si dirige per la valle Nerina. Fu il Gainurrini che riconobbe in questo muro un avanzo della primitiva cinta, di cui lunghi tratti sussistono tuttora fuori di porta Romana (cf. Notizie degli scavi, 1887, p. 442 e seg.). La città, come chiaramente ne indica il nome, era situata Inter amnes; cioè il fiume Nera all'est ed un canale derivato dalla stessa Nera, che girava le mura, ad ovest il torrente Serra, clic ora ha variato, o per opera umana abbreviato il suo corso.
Avanti che la città sabina sorgesse, una popolazione umbra abitava le colline di nord-est, alle cui falde si scoprì infatti la necropoli italica, in occasione dei lavori pelle costruzioni della Fabbrica d'Anni, ma particolarmente dell' Acciaieria. Questa necropoli è di un'età anteriore al secolo VII av. Cristo. Le tombe si rinvennero incavate a forma press'a poco quadrata, entro un profondo sedimento di sabbia calcarea, sulla quale, dopo l'epoca dell'uomo, le alluvioni hanno deposto il detrito dei vicini scoscendimenti. I limiti delle tombe erano segnati con stele, o pezzi di macigno, per lo più di forma ovoidale, infitti nell'arena, allato alla tomba. Alcune tombe, molto più ricche, furono nascoste sotto un maggior cumulo di sassi ed incavate a profondità maggiore e pavimentate accuratamente con uno strato di ciottoli. L'incavo di ogni tomba era di sezione trapezoidale, cioè ristretto per ogni lato verso il fondo. 11 cadavere veniva deposto supino, colla testa piegata sulla spalla destra e colle braccia distese lungo ì fianchi; indi lo si ricopriva con ciottoli o frammenti di spugne concrezionarie delle Marmore, avendo cura di proteggere la testa dalla pressione dei sassi, col deporre sopra una pietra molto grande ed altra ai piedi, a protezione del vaso. Le tombe erano disposte in tante linee parallele che correvano da oriente a ponente, distanti 4 metri tra loro. Ai piedi era deposta un'olla che ricorda quella del tipo detto di Villanorct; gli utensili e le armi sopra all'omero sinistro; i coltelli, o cultri, colla parte del taglio rivolta alla testa; le lancio, i pugnali e le spade colla punta ili alto, (ìli altri oggetti che costituivano la suppellettile funebre erano fibule di bronzo, anelli, ariuille, collane, orecchini, ecc. Gli anelli abbondavano più nella mano destra che nella sinistra; le annille trovaronsi costantemente ai polsi, ed alla caviglia del piede destro un grosso anello o di ferro o di bronzo fuso. Il rito generale di seppellimento era l'inumazione e su ottanta tombe esplorate, solo cinque sepolcri erano ad incinerimento (1).
(1) Chi desiderasse conoscere più dettagliatamente le importanti scoperte di questa necropoli può consultare: llicorilo (ti Terni, p. 5 segg., tavv. 1-lV; A. l'asnui, Sani dell'Acciaierìa o (letta nccrojiotì ternana, nelle Notizie deyti Scuri, p. iilSsegg. ; A. Yeiiki, Sludii gcolot/ici stille conche di Terni e llìeti, Roma 1SS2, p. 50-76; Eroli, Otjyetti antichi scavali in Terni dal ISSO al 1SS5, Itoma ISSO.