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Parie Terza — Italia Centrale
avanzare. Scrive il Platina ( Vite dei Pontefici), seguito da altri scrittori, che Terni si sottomise spontaneamente alla Chiesa di Roma, unitamente ad altre città umbre; e l'Angeloni aggiunge, che il papa lasciò che ogni città si governasse a propria voglia, salvo il riconoscimento della sovranità della Sede Apostolica. NeH'850 Benedetto ili fece perpetuo dono ai Ternani della loro propria città, con le case ad essa adiacenti e col territorio confinante con la Sabina e Rieti; inoltre stabilì i confini della diocesi sino a Norcia e ad altre terre. Tale donazione fu scritta da Pietro, scrinano della Chiesa romana, e sottoscritta dallo stesso papa e testimoni furono i nipoti suoi, Gualtiero e Giovanni del conte Basso ed altri. Nelle successive incursioni dei Saraceni Terni ebbe non poco a soffrire e specialmente patì danni a causa delle vessazioni dei duchi di Spoleto e del duca Guido. Avendo Giovanni XII coronato imperatore Ottone I, questi, con diploma dell'anno 9G2, confermò le precedenti donazioni fatte alla Chiesa e vi aggiunse le città e i castelli dell'Umbria e dell'Abruzzo, che erano allora, di diritto, del regno d'Italia, e cioè Rieti, Ami terno, Furconio, Norcia, la Massica e Terni. Pur tuttavia Terni ubbidì, per alcun tempo, alla contessa Beatrice, duchessa di Spoleto, della quale fu erede la famosa contessa Matilde, che restituì Terni alla Chiesa. Però, mentre ella era ancora in vita, i papi avevano il dominio di Terni, poiché rilevasi da una l'olla di Pasquale II, come questi, nel 110',), avesse data facoltà ai Ternani di riedificare un ponte sulla Nera, che era stato guasto dai nemici e poi abbattuto dalle acque, e di riedificare anche altri edilizi.
Federico I, con diploma del 1162, dato dal suo campo, concesse la città e il contado di Terni ad Ottaviano dei conti di Tuscolo, che l'Angeloni chiama Ottavio Orese de'Monticelli conti di Tuscolo, creato cardinale da Innocenzo linei 1159, sostenuto dall'imperatore contro il papa Alessandro III. Terni, ubbidiente al pontefice, non volle riconoscere tale iufeudazione. Sdegnato Federico, quando nel 1171-, inviò dalla Toscana l'esercito contro Roma, spedì a Terni il suo comandante, Cristiano di Magonza. il quale s'inasprì talmente contro quegli abitanti, che con ira si accinse airesterininio della città. Ne rovinò le mura, incendiò gli edilizi e molti cittadini furono passati a fìl di spafa. L'imperatore s'impadronì poi dell'Umbria e del Ducato spoletano e signoreggiò anche su Terni, ai cui magistrati e consoli rimise l'entrata dei danni dati e dei male-fizi e ritenne per sè i soli beni di coloro che ì consoli avevano bandito dalla città. Nella piazza maggiore furonglì erette due colonne onorarie, donde il nome di Platea coUmnarum e quello di in Coluninis, dato alla vicina chiesa di San Giovanni Evangelista.
Enrico YI, figlio di Federico, succeduto al padre, recandosi a Roma, nel 1191, per essere incoronato da papa Celestino 111, scrisse al podestà, Consiglio e Comune di Terni una lettera onorevole per quella città, nella quale volle essere accompagnato, ed ordinò che si restaurassero gli edilizi rovinati dall'arcivescovo Cristiano. Nel 1198 Corrado, dopo solenne giuramento, fatto in Narni, davanti al popolo, restituì Terni e 1 oligno a papa Innocenzo III, il quale, poco dopo, recossi nell'Umbria e pare che onorasse anche Terni di sua presenza.
Ottone IV, dopo di essere stato creato imperatore ed incoronato dal detto papa, pure, nel 1209, invase molti domimi della Chiesa e con essi Terni. Il papa lo scomunicò e colle armi ricuperò il tolto territorio. Innocenzo III fu a Terni nello stesso anno e volle confermare ì privilegi della Cattedrale ternana e pose quel Capitolo sotto la protezione della Santa Sede. Nel frattempo, rilevasi dai documenti la buona amicizia e gli amichevoli rapporti tra Terni e le vicine città di Todi, Amelia, Norcia, Leonessa ed altre circonvicine. Ma questa pace fu di breve durata, che, nel 1219, Onorio fu obbligato a reprimere lo ire sorte tra quei di Todi, Terni ed Amelia contro Narni e San Gemini, per questioni di confini. 11 papa ordinò a quelli di San Gemini di non impedire il passo ai Todi ni che urinati si fossero recati al soccorso di Terni.