Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Perugia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (300/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (300/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   2*24
   Parte Terza — Italia Centrale
   giugno convenuti, per differenze di confini, i sindaci avversari di Ilieti, Sfami e Stroncone e quello di Terni, Francesco Jannutio, fu stabilita una tregua di cinque anni, con pena di 2000 marcili d'argento a clii la rompesse.
   Nuovi e più gravi disordini suscitò Lodovico il Bavaro. Iu questo tempo i sindaci di Terni e dì Narni, affine di toglier di mezzo alcune differenze, stabilirono, nel 1326, di abbattere il castello di Perticare; indi il papa Giovanni XXII ordinò al cardinale Giovanni Gaetano Orsini, legato della Marca e dell'Umbria, di comporre le contese pel detto castello e quello di Garleo.
   Papigno, altro castello, si ribellò a Terni nel 1339; ma fu tosto ridotto a soggezione. Nell'anno seguente, volendo il capitano del Patrimonio impossessarsi della forte rocca di Colleluna, i Ternani si opposero ad oltranza e respinsero l'assalitore; quindi s; tolsero dalla soggezione della Chiesa, alla cui ubbidienza ben presto però tornarono. Gravi terremoti desolarono la città nel 1349 e non pochi danni arrecò la pestilenza.
   Proseguendo gli odii di parte, pel ripristinamento della pubblica quiete, i Ternani elessero a loro gonfaloniere Pietro Cainporeali; ma poco durò la concordia, che, nel 1350, i ghibellini espulsero i guelfi e ne atterrarono le case e le torri. Giannotto di Alviano approfittò del momento per impadronirsi di Terni, di Rieti e di Spoleto, che reggeva pel potente prefetto di Vico, ghibellino. Innocenzo VI inviò, nel 1353, il celebre cardinale legato Egidio Albornoz, che riuscì a domare i ribelli ed a ricuperare le città tolte alla Chiesa. In seguito fu eletto podestà Ugolino Neri de' Baschi, col-l'obbligo di tenere un giudice perito collaterale, tre notai, sei cavalli, dodici famigli e per semestrale provvisione furongli assegnate 3G00 lire cortonesi. L'Albonioz perdonò Terni e con un diploma l'assolse dai delitti commessi e condonò la pena di pagare 500 libbre di denari cortonesi per dieci anni. Grata per ciò la città, inviò a Monte-fiascone, dal cardinale legato, il sindaco L>e Angelis, per rimettere al papa l'elezione del podestà e degli ufficiali di giustizia.
   Altri gravissimi danni patì Terni dalle soldatesche del celebre condottiero Giovanni Acuto e per nuove discordie tra guelfi e ghibellini: molti di questi furono uccisi, altri espulsi. Continuò la città nella devozione alla Chiesa, di guisa che il legato di Urbano V concesse ai Ternani particolare indulto, dichiarando nullo quanto fosse stato intentato contro la città stessa.
   Tra gli anni 1373 e 1375 Terni ed altre città vicine si dettero agli Orsini, per essere difese dai Fiorentini che incitavano alla ribellione contro la Chiesa. A porre termine a queste agitazioni, nel 1377, Gregorio XI tornò in Italia. Durante lo scisma tra Clemente VII ed Urbano VI riarsero le contese tra Terni e Narni ed ai 6 dicembre del 1381 ì Ternani riportarono memorabile vittoria sui ghibellini narnesi, il dì della festa di San Nicola ed ebbe da qui origine il giuramento, solito poi a darsi ai priori di Terni, nel l'ingresso al magistrato. Tale giuramento è integralmente riprodotto dallo Angeloni (Storia di Terni, ediz. del 1878, p. 180 sg.).
   Francesco Di Vico con prepotenza esercitò il potere su Terni e molestò quel clero nel 1387, laonde fu ricorso ad Urbano VI. Ma sebbene al papa spiacesse l'avere la città piegato al ribelle Di Vico, pure die ordine al cardinale Orsino, legato, di assolvere i Ternani ed aggiunse che riserbavasi il papa di confermare l'elezione del pretore ed ordinò non si costruissero rocche e fortilizi, ed altre ordinanze, a guisa di statuto, furono promulgate dal cardinale. Il detto legato fu poi fatto chiudere da Urbano VI nella rocca di Amelia e fu sostituito dal Fieschi, arcivescovo di Genova. Irati gli Orsini, Nicolò, di tale Casa, occupò, nel 1388, Terni e Narni ed i sindaci ternani dovettero far tregua con Rinaldo Orsini, conte di Tagli acozzo, che signoreggiava in Spoleto.
   Al cominciare del secolo XV, desiderosi i Ternani, sull'esempio dei Banderesi di Roma, di rimuovere il potere che esercitavano i nobili e di meglio regolare l'amini-nistrazione delle pubbliche cose, elessero 24 uomini per rione, quasi tutti artisti; a