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Parte Terza — Italia Centrale
Nel 144-9 i CI arava Ili di Todi sottoposero a Terni i castelli di Canale e Lavenelli, situati nella diocesi di Amelia, a titolo di feudo, in corrispettivo di un pallio di otto ducati d'oro, da offrirsi il dì di San Paolo. Secondo l'Angeloni, lo Sforza avrebbe nuovamente occupata Terni nel 1449, colla cooperazione del duca di Savoia.
Altra concessione fece Nicolò V a Terni, donandole il castello di Miranda, per avere la città contribuito con 3000 scudi all'armamento navale, a fine di liberare Costantinopoli assediata dai Turchi. Calisto III confermi) gli statuti ternani e dagli oratori Monaldo Paradisi e Prospero Riccardi volle essere informato delle vertenze tra Ternani e Reatini per le Marni ore e di ciò prese anche cognizione l'io II, nel 1400, e si fissarono certe condizioni per effettuare lo scalo del canale, a spese di Rieti,
Sisto IV cercò pacificare Terni e Todi, e, tolto il castello di San Gemini alla giurisdizione di Spoleto, lo restituì ai Ternani. Per la congiura de' razzi, Sisto IV fulminò l'interdetto e, creato generale della Chiesa il duca di Urbino, scrisse al governatore di Terni acciò fornisse armati per l'esercito pontificio.
Nel 1492 Alessandro VI partecipò a Terni la sua esaltazione al pontificato ed allorché per quella città passarono le milizie di Carlo Vili, dirette alla conquista del reame di Napoli, il luogotenente del re rilasciò al governatore di Terni un privilegio acciò la città non fosse molestata dalle armi francesi, e ciò per aver aderito alla parte dei Colonna. Nuova pace, tra Terni e Narni, seguì nel 1495 per buoni uffici del cardinale Lonati. Il ternano Vittorio Chiaravalli, radunati 8000 uomini, Spoletiui, Mar-chiniani e Ternani, marciò ai danni di Todi, dando il guasto al territorio di Alviano. Di lì a poco gli Spolettili assediarono Cesi e devastarono il territorio di Terni, e solo nel 1497 Terni e Todi si pacificarono. Fu allora che i Ternani riedificarono il fortilizio di Colleluna, che resero forte ed inespugnabile.
Nel 1500 fu tenuto in Terni un Capitolo di 3040 Francescani. Per le continue guerre colle città vicine, essendosi talvolta Terni ribellata alla Chiesa, Alessandro VI la multò di 0000 ducati d'oro, assolvendola dalla scomunica e da altre pene ed in breve fece pace, tanto che in occasione delle nozze della figliuola Lucrezia Borgia col duca di Ferrara, il papa richiese i Ternani di copiosa cacciagione e di animali domestici. Nel 1502, in seguito a nuove gravissime ostilità tra Terni e Spoleto, a proposito di varii castelli e luoghi delle terre Aruolfe, Alessandro VI, a rimuovere tali mali, ne concesse il governo ai chierici di Camera. Tra quei castelli enumeratisi: Cesi, Porcari», Macerino, Purzano, Colle del Campo, Citerna, Scoppi, Massanauo, Acqua Palombo ed altri.
Giulio li, nel 1503, partecipò ai Ternani la sua assunzione alla cattedra di San Pietro, concedendo loro indulti e privilegi e fu nella loro città ai 19 giugno del 1511, di ritorno da Bologna ove erasi recato ad incoronare Carlo V.
Leone X inviò a Terni Marco Antonio Colonna per visitare le Marniere, a fine di comporre le discordie con quei di Rieti e fece risolvere altri affari d'indole amministrativa, relativi alle nomine di alcuni magistrati. Morto Leone X i Ternani, in seguito ad ingiurie ricevute, assalirono Collescipoli, vi piantarono il campo e la danneggiarono grandemente con le artiglierie e vi commisero diversi omicidi. Saputosi ciò dal Sacro Collegio cardinalizio, fu deciso di multare Terni di 20,000 ducati d'oro e di altre pene se non desistevano dalle offese.
Adriano VI, nel 1523, confermò la riforma degli statuti ed i capìtoli di pace stipulati con i popoli vicini di San Gemini, Collescipoli e Cesi.
Nel 1524 Clemente VII perdonò a Terni i delitti commessi contro gli abitanti di Collescipoli, multando però la città di 8000 ducati d'oro. Nel 1527, allorché fu compiuto il saccheggio di Roma, da parte del Borbone, vani suoi soldati si spinsero sino a Narni e Terni, che furiosamente depredarono e devastarono.
Clemente VII, recandosi a Bologna, nel 1532, entrò onorevolmente in Terni ai 21 di novembre e andò ad alloggiare nell'Episcopio e si partì il giorno seguente. Paolo III